giovedì 17 settembre 2015

La TELEMETRIA DEI CORPI IN MOVIMENTO, tre motivi di una scelta.








La scelta di un titolo è sempre indicativa del contenuto di un’opera d’arte.
In questo caso i motivi sono tre:

Il primo è che un titolo tanto lungo e articolato, nasconde l’essenza del lavoro del Collettivo Cerchi, in esso convivono, in un rapporto scisso e legato, una ricerca di stile e di suggestione poetica, e una ricerca molto precisa, un lavoro quasi scientifico sui materiali e sulle formule da adottare di volta in volta.
Il ragionamento e lo studio che precedono un opera consta, tutte le volte, di una mole di lavoro che sovrasta l’opera stessa.
E questi due aspetti della ricerca, si muovono in maniera indipendente l’uno dall’altro, la ricerca e lo stile, ma restano legati da un’onda invisibile, e non è possibile davvero scinderli.

Il secondo motivo sta nella meccanica della storia, in essa si narra la vicenda di due persone il cui destino è sottilmente e invisibilmente legato da un’onda telemetrica, un rapporto di interdipendenza e di necessità, sebbene le vite dei due protagonisti siano scisse, essi sono due corpi che si muovono in maniera apparentemente indipendente l’uno dall’altro, su due stringhe diverse dell’esistenza, due canali temporali che nel percorso continueranno a intersecarsi, a scontrarsi e a influenzarsi reciprocamente.

Il terzo motivo sta nell’opera in sé.
Abbiamo concepito un lavoro a quattro, volevamo cioè raccontare la stessa storia in quattro chiavi differenti, tre artisti, quattro opere separate, una sola storia.
Le opere, che tutte sono contenute dentro una, sono legate tra loro e si influenzano, ma sono ugualmente in grado di percorrere strade separate, il racconto musicale e quello fotografico hanno influenzato e sono stati influenzati da quello letterario, ma possono stare da soli, come ripetitori di suggestioni, dei generatori di onde magnetiche che tengono insieme tutta l’opera, ma che da sole sono comunque in grado di dire.
Dicevo quattro opere, in realtà sono come tre + una. Il box non è solo una scatola, ma a sua volta racconta. Esso è stato concepito per recitare una parte fondamentale, non solo come collante, come elemento contenitivo, ma come un’opera in grado di raccontare la propria versione della stessa storia.
Una volta aperto esso sarà un portale, uno scrigno, un carillon, esso è il corpo della storia, là dove la musica, le parole e le immagini, ne saranno gli organi vitali.


Pierangelo Consoli
Collettivo Cerchi.