La scelta di un titolo
è sempre indicativa del contenuto di un’opera d’arte.
In questo caso i motivi
sono tre:
Il primo è che un
titolo tanto lungo e articolato, nasconde l’essenza del lavoro del Collettivo
Cerchi, in esso convivono, in un rapporto scisso e legato, una ricerca di stile
e di suggestione poetica, e una ricerca molto precisa, un lavoro quasi
scientifico sui materiali e sulle formule da adottare di volta in volta.
Il ragionamento e lo
studio che precedono un opera consta, tutte le volte, di una mole di lavoro che
sovrasta l’opera stessa.
E questi due aspetti
della ricerca, si muovono in maniera indipendente l’uno dall’altro, la ricerca
e lo stile, ma restano legati da un’onda invisibile, e non è possibile davvero
scinderli.
Il secondo motivo sta
nella meccanica della storia, in essa si narra la vicenda di due persone il cui
destino è sottilmente e invisibilmente legato da un’onda telemetrica, un
rapporto di interdipendenza e di necessità, sebbene le vite dei due
protagonisti siano scisse, essi sono due corpi che si muovono in maniera
apparentemente indipendente l’uno dall’altro, su due stringhe diverse dell’esistenza,
due canali temporali che nel percorso continueranno a intersecarsi, a
scontrarsi e a influenzarsi reciprocamente.
Il terzo motivo sta
nell’opera in sé.
Abbiamo concepito un
lavoro a quattro, volevamo cioè raccontare la stessa storia in quattro chiavi
differenti, tre artisti, quattro opere separate, una sola storia.
Le opere, che tutte
sono contenute dentro una, sono legate tra loro e si influenzano, ma sono
ugualmente in grado di percorrere strade separate, il racconto musicale e
quello fotografico hanno influenzato e sono stati influenzati da quello
letterario, ma possono stare da soli, come ripetitori di suggestioni, dei
generatori di onde magnetiche che tengono insieme tutta l’opera, ma che da sole
sono comunque in grado di dire.
Dicevo quattro opere,
in realtà sono come tre + una. Il box non è solo una scatola, ma a sua volta
racconta. Esso è stato concepito per recitare una parte fondamentale, non solo
come collante, come elemento contenitivo, ma come un’opera in grado
di raccontare la propria versione della stessa storia.
Una volta aperto esso
sarà un portale, uno scrigno, un carillon, esso è il corpo della storia, là
dove la musica, le parole e le immagini, ne saranno gli organi vitali.
Pierangelo Consoli
Collettivo Cerchi.