venerdì 2 agosto 2013

Certe cose non ve le posso spiegare ma dare così come ci furono date. Lester Bangs.




Vi dico solo che Lester Bangs non è solo il più grande critico musicale che sia mai apparso sulla faccia della terra, ma è colui che l’ha inventata la critica musicale. Un impossibile, ingestibile, assolutamente non inquadrabile genio. Non ve lo dico solo perché lo adoro, ma leggetevi libri come Guida ragionevole al frastuono più atroce e poi ditemi se vi riesce di chiudere la bocca e non finire col parlare sempre di lui, solo di lui e di quello che aveva detto lui. Vi giuro che c’è stato un periodo in cui avrei voluto legarmi questo libro con una cordicella al collo per poterlo citare a manetta. Pensavo sul serio che non ci fosse argomento in cui si potesse fare un’osservazione che lui non avesse già fatto con la più acuta ironia e lucidità.
Si uccise, col Quaalude e un sacco d’altra roba chimica. Morì in disgrazia e povertà, vittima di scelte radicali. Ci sono persone cui devi dare una guerra da combattere se vuoi che respirino, Les era una di queste.
Per uno di quei misteri delle poste, l’amico Dave Marsh ricevette questa lettera nel gennaio del 1986 poco dopo la sua vera morte. La lettera la cito per intero perché ne vale la pena e mi schiatto di risate tutte le volte che me la rileggo, ma non posso fare a meno di commuovermi, al contempo:
Marsh-
Hai presente quella menata che “se esiste un paradiso del rock, di sicuro hanno un gruppo della madonna?”. Be’, non crederci amico mio.
Tutto il talento è finito dritto all’inferno. Proprio tutto. Qui le attrazioni più grandi sono Jim Croce, Karen Carpenter, Cass Elliot e – soprattutto- Bobby Bloom! È un incubo! Cazzo, se mi tocca riascoltare un’altra volta “Montego Bay” mi suicid… (ecco, vedi, me lo dimentico sempre.)
Ad ogni modo, faccio domanda di ammissione all’inferno ogni sei mesi ma continuano a respingermela, perché secondo loro – beccati questa- sono troppo buono! Scrivigli e spiegagli un po’ come stanno le cose, per favore. Digli che razza di stronzo so essere quando voglio, Dì alla Uhelszki di farlo anche lei. E a Marcus. (A proposito mettilo al corrente di quanto apprezzo che si stia scervellando su tutti i miei vecchi arzigogoli.)
Appena arrivato ho conosciuto Dio. Gli ho chiesto perché . Sai com’è, a soli 33 anni, eccetera. Ha detto solo : “MTV”.
Non voleva che mi toccasse sciropparmela, di qualsiasi cosa si tratti.
Devo scappare, sul serio. Sta arrivando un altro armento di anziani apprendisti arpeggiatori. Che suonano “Stairway” degli Zep, naturalmente. In sta città del cazzo è l’inno nazionale. Non c’è nessuno che conosce gli Elgins, non capisco perché. Dammi retta, Dave. Il paradiso era Detroit, nel Michigan. Chi lo avrebbe mai detto?
Tuo per l’eternità, Bangs.  



Pier Angelo Consoli.