mercoledì 8 ottobre 2014

cerchio 2



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venerdì 16 maggio 2014

Senna.

Balleremo come sassi lanciati su uno stagno
attraversando portici con la pioggia
le nostre finestre verso il disastro
le fiamme degli accendini
le sigarette spente
le corse da finire in sesta marcia
i mal di testa
Il Brasile e
le canzoni di Lucio Dalla
gli abitacoli che perdevano pezzi alla partenza
le partite di calcio alla televisione
le coppe nazionali
e tutti ci tenevamo stretti in una mano e l'altra alta a dire vinciamo ancora
con la gente che nuotava di notte nelle fontane
e ci ho messo degli anni a capire che la colpa era anche mia
e che un vinvitore vale quanto un vinto
potevo fare qualcosa 
provare a cambiare qualcosa...
e tu mi hai detto i tuoi occhi non riposano mai
sotto c'erano solo troppi sogni
che aspettavano il verde
il semaforo
il via...



Pier Angelo Consoli.
 

martedì 13 maggio 2014

KID A : OVVERO COME TI RACCONTO L'11 SETTEMBRE UN ANNO PRIMA





Lo so, lo so… L’11 settembre ha fatto la palla…
Non dico che non è stata una tragedia, lo è stata eccome, dico solo che ci hanno ricamato troppo.
Tutti, per anni, sembravano avere un episodio della propria vita che volevano raccontare, il tema dell’antologia era: “che stavo facendo quel giorno?”
È stato un esercizio planetario, per anni quasi…
Per quanto mi riguarda non saprei dire il giorno in se, ma la sera prima me la ricordo benissimo, stavo a Palinuro e sono quasi stato ucciso da una pannocchia.
Mi stava soffocando.
Hanno dovuto farmi la presa da dietro e l’ho sputata.
Una pannocchia che manco volevo…
In ogni caso l’altro giorno ho trovato una cosa in un libro che voglio condividere.
Chuck Klosterman, un critico rock americano con la faccia di una donna, di una zia per la precisione,  ha scritto un libro così così intitolato “il giorno in cui il rock è morto” intorno a pagina cento se n’è uscito con una cosa su Kid A dei Radiohead, che mi ha dato da pensare.
Lui stesso è pronto a considerarla quasi una paranoia, più che una teoria, ma riascoltando  l’album con le orecchie tese, devo dire che la cosa si è fatta davvero interessante.
Prendiamo le 11 tracce una per una:
Come se fosse un racconto in versi l’album si apre con una frase:Everything in its right place (ogni cosa al suo posto…) ed altrimenti non poteva essere quel giorno, appena cominciato, tipo alle otto del mattino, se non un giorno uguale a tutti gli altri, storto o morto, in cui ogni cosa era al suo posto…
Si passa al secondo pezzo, quello che da il titolo all’intero album. Questa è una canzone tranquilla, quasi trasognante, in cui John Greenwood suona le onde Martenot, uno strumento famoso più che altro perché usato nella sigla di Star Trek. La canzone scivola tranquilla come l’inizio di una normale giornata di lavoro, solo che alla fine c’è qualcosa che non va, non si capisce bene cosa, un cambio di rotta, infatti…
Il terzo pezzo è The National Anthem (l’inno nazionale) in questo preciso momento il primo aereo si infrange sulla prima torre.
Qui la musica cambia totalmente dai due pezzi precedenti e diventa inquietante.
Il pezzo dice: what’s going on? (Che succede?)  Fino a verso la fine della canzone in cui tutto si fa più caotico e il secondo aereo si schianta, i fiati sembrano le sirene delle ambulanze e della polizia.
Il quarto pezzo è How To Disappear Completely, e qui si ha la netta sensazione che il mondo stia per finire. Le persone continuano a non capire perché sono lì e continuano a dire “This isn’t happening” (non sta succedendo…) e per assurdo nel testo le persone letteralmente fluttuano, leggi pure cadono, sulla Terra.
Nel testo ci sono anche luci stroboscopiche, altoparlanti esplosi e fuochi d’artificio. È una canzone sul bruciare vivi e cadere dalle finestre.
Il quinto è un brano strumentale dal titolo Treefingers, è strumentale, quasi che non ci siano parole per quello che poco prima è accaduto.
Il sesto è Optimistic, qui siamo in pieno Ground Zero, nel testo si parla di “avvoltoi che volteggiano sui morti” e di “pesci grossi che mangiano pesci piccoli…, non è un mio problema, datene un po’ anche a me…”
Poi c’è In limbo, brano numero sette.
E parla di “nessun luogo dove nascondersi…”  e di “trappole che si aprono, cado a spirale…” ed è un po’ come si sentivano gli americani in seguito all’attentato.
Scoperti, per la prima volta, vittime in casa propria.
Segue Idioteque, il brano più inquietante e famoso dell’album.
Nella prima fase si parla di “ chi è nel Bunker?”, di “donne e bambini per primi” e si osserva una prima fase dell’accettazione, allo sgomento dei primi pezzi in cui ci si chiedeva cosa sta succedendo, qui la canzone dice “thi si really happening” (sta succedendo per davvero…)
Yorke dice:  we’re not scaremongering ( non stiamo diffondendo il panico)” eppure alcuni lo fanno già, (un era glaciale in arrivo, un’era glaciale in arrivo!!!!  Prendi i soldi e scappa!!!)
In Morning bell, una nazione in stato di shock diventa ovviamente molto compassionevole, “everyone wants to become a friends (tutti vogliono diventare amici)”
Ma non c’è modo di affrontare la perdita infatti nel pezzo successivo, Motion picture soundtrack Yorke canta “red wine and sleeping pills (vino rosso e sonniferi) help me get back to your arms (mi aiutano a tornare tra le tue braccia)” la gente non riesce a dimenticare, a dormire, così ha bisogno di vicodin, di sonniferi e di più vino.
L’album si chiude con Genchildren ovvero la fede che dietro tutto questo si nasconda comunque qualcosa di più grande, “i will see you in the next life (ti rivedrò in un’altra vita)”
In conclusione quello che voglio dire è che Kid A è stato inciso un anno prima, nel 2000.
Ovviamente Thom Yorke non è un profeta, ma un artista, e a volte capita agli artisti visionari di raccontare cose non ancora successe e che poi veramente succederanno, come il Nautilus di Giulio Verne in Ventimila leghe sotto i mari, il Grande Fratello di Orwell, e alcune visioni di Philip K Dick.
La morale di tutta questa storia, secondo il mio modesto parere, è: Fate sempre attenzione a ciò che dite o scrivete, a sparare cazzate, certe volte ci si azzecca…   

 

   

Pier Angelo Consoli.

martedì 1 aprile 2014

Le nostre guerre partigiane

Chiudevano le scuole di cinema come negozi di cose di altre case
i miei occhi
e le gambe di Marco che ancora inseguivano la meccanica del pedale
la fine delle partite vinte e perse
le apsettative
l'America sempre vicina
le ragazze stanno bene
i ragazzi molto meno
e costringimi a non pensare che ci saranno altri fallimenti
e io che inseguo tutte le luci del Nord
e il sud che mi soffoca
la mezzanotte deserta come i plebisciti delle piazze
Roma il 40
partiamo per tutte le nostre guerre partigiane
le fedi al dito
e tu che mi dicevi non fare il bambino
e io, magari ci riuscissi per davvero
accovacciato sotto la finestra a consumare tutte le sigarette
spente ovunque
la scala anticendio dei miei polmoni
i rumori e le voci degli altri appartamenti
come leggere nella testa dei vicini
le loro vite finite male
e la tua finita peggio
e oggi si tratta solo di rassegnarsi che non c'è alternativa al futuro.

Pier Angelo Consoli.

lunedì 31 marzo 2014

I 100 libri che secondo la BBC avresti dovuto aver letto...

  1. Orgoglio e Pregiudizio – Jane Austen
  2. Il Signore degli Anelli – J.R.R. Tolkien
  3. Il Profeta – Kahlil Gibran
  4. Harry Potter – JK Rowling
  5. Se questo è un uomo – Primo Levi
  6. La Bibbia
  7. Cime Tempestose – Emily Bronte
  8. 1984 – George Orwell
  9. I Promessi Sposi – Alessandro Manzoni
  10. La Divina Commedia – Dante Alighieri 
  11. Piccole Donne – Louisa M Alcott
  12. Lessico Familiare – Natalia Ginzburg
  13. Comma 22 – Joseph Heller
  14. L’opera completa di Shakespeare
  15. Il Giardino dei Finzi Contini – Giorgio Bassani
  16. Lo Hobbit – JRR Tolkien
  17. Il Nome della Rosa – Umberto Eco
  18. Il Gattopardo – Tommasi di Lampedusa
  19. Il Processo – Franz Kafka
  20. Le Affinità Elettive – Goethe
  21. Via col Vento – Margaret Mitchell
  22. Il Grande Gatsby – F. Scott Fitzgerald
  23. Bleak House – Charles Dickens
  24. Guerra e Pace – Leo Tolstoy
  25. Guida Galattica per Autostoppisti – Douglas Adams
  26. Brideshead Revisited – Evelyn Waugh
  27. Delitto e Castigo – Fyodor Dostoyevsky
  28. Odissea – Omero
  29. Alice nel Paese delle Meraviglie – Lewis Carroll
  30. L’insostenibile leggerezza dell’essere – Milan Kundera
  31. Anna Karenina – Leo Tolstoj
  32. David Copperfield – Charles Dickens
  33. Le Cronache di Narnia – CS Lewis
  34. Emma – Jane Austen
  35. Cuore – Edmondo de Amicis
  36. La Coscienza di Zeno – Italo Svevo
  37. Il Cacciatore di Aquiloni – Khaled Hosseini
  38. Il Mandolino del Capitano Corelli – Louis De Berniere
  39. Memorie di una Geisha – Arthur Golden
  40. Winnie the Pooh – AA Milne
  41. La Fattoria degli Animali – George Orwell
  42. Il Codice da Vinci – Dan Brown
  43. Cento Anni di Solitudine – Gabriel Garcia Marquez
  44. Il Barone Rampante – Italo Calvino
  45. Gli Indifferenti – Alberto Moravia
  46. Memorie di Adriano – Marguerite Yourcenar
  47. I Malavoglia – Giovanni Verga
  48. Il Fu Mattia Pascal – Luigi Pirandello
  49. Il Signore delle Mosche – William Golding
  50. Cristo si è fermato ad Eboli – Carlo Levi
  51. Vita di Pi – Yann Martel
  52. Il Vecchio e il Mare – Ernest Hemingway
  53. Don Chisciotte della Mancia – Cervantes
  54. I Dolori del Giovane Werther – J. W. Goethe
  55. Le Avventure di Pinocchio – Collodi
  56. L’ombra del vento – Carlos Ruiz Zafon
  57. Siddharta – Hermann Hesse
  58. Il mondo nuovo – Aldous Huxley
  59. Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte – Mark Haddon
  60. L’Amore ai Tempi del Colera – Gabriel Garcia Marquez
  61. Uomini e topi – John Steinbeck
  62. Lolita – Vladimir Nabokov
  63. Il Commissario Maigret – George Simenon
  64. Amabili resti – Alice Sebold
  65. Il Conte di Monte Cristo – Alexandre Dumas
  66. Sulla Strada – Jack Kerouac
  67. La luna e i Falò – Cesare Pavese
  68. Il Diario di Bridget Jones – Helen Fielding
  69. I figli della mezzanotte – Salman Rushdie
  70. Moby Dick – Herman Melville
  71. Oliver Twist – Charles Dickens
  72. Dracula – Bram Stoker
  73. Tre Uomini in Barca – Jerome K. Jerome
  74. Notes From A Small Island – Bill Bryson
  75. Ulisse – James Joyce
  76. I Buddenbroock – Thomas Mann
  77. Il buio oltre la siepe – Harper Lee
  78. Germinale – Emile Zola
  79. La fiera delle vanità – William Makepeace Thackeray
  80. Possession – AS Byatt
  81. A Christmas Carol – Charles Dickens
  82. Il Ritratto di Dorian Gray – Oscar Wilde 
  83. Il Colore Viola – Alice Walker
  84. Quel che resta del giorno – Kazuo Ishiguro
  85. Madame Bovary – Gustave Flaubert
  86. A Fine Balance – Rohinton Mistry
  87. Charlotte’s Web – EB White
  88. Il Rosso e il Nero – Stendhal
  89. Le Avventure di Sherlock Holmes – Sir Arthur Conan Doyle
  90. The Faraway Tree Collection – Enid Blyton
  91. Cuore di tenebra – Joseph Conrad
  92. Il Piccolo Principe– Antoine De Saint-Exupery
  93. The Wasp Factory – Iain Banks
  94. Niente di nuovo sul fronte occidentale – Remarque
  95. Un Uomo – Oriana Fallaci
  96. Il Giovane Holden – Salinger
  97. I Tre Moschettieri – Alexandre Dumas
  98. Amleto– William Shakespeare
  99. La fabbrica di cioccolato – Roald Dahl
  100. I Miserabili – Victor Hugo

martedì 18 marzo 2014

La Tenerezza è lo spazio che ci divide (Soggetto)


Claudio e Linda sono sposati da pochi mesi, il loro è stato un matrimonio lampo perché Linda aspetta un bambino, ma questo Claudio non lo sa ancora. Claudio è un giornalista free lance alle prese con la grande occasione: infiltrarsi fingendo di essere un trafficante a sua volta per seguire da vicino una trafficante di bambini.

La storia parte dalla stanza di un motel nella periferia di Anversa, i due stanno visionando dei file segreti che gli sono stati forniti dal contatto come se fossero un catalogo dei bambini scomparsi.

Aspettano Klaus.

Klaus è il contatto. L’anello di congiunzione tra Claudio e Olga.

Olga è la trafficante.

Linda ha deciso inizialmente di seguire suo marito in questa avventura ma davanti alle foto dei bambini comincia a sentire un fortissimo disagio relativamente all’impresa e vorrebbe convincere Claudio a lasciar perdere o quantomeno a denunciare la trafficante, Claudio è combattuto, sa che non può farlo per una questione di etica professionale, ha assicurato preventivamente a Klaus che proteggerà le sue fonti e soprattutto se non lo farà dovrà rinunciare all’articolo e forse alle sue speranze di carriera.

Alla fine quando Klaus arriverà al motel, Claudio decide di andare fino in fondo ma al suo ritorno troverà solo le sue cose e un biglietto sul letto, sua moglie lo ha lasciato, è incinta e ha deciso di abortire.

Pier Angelo Consoli.

La Tenerezza è lo spazio che ci divide (Sceneggiatura.)

                                                    Scena 1 esterno-piscina-giorno.

Sotto il livello dell'acqua galleggiano banconote. Un neonato nuota felice, nudo, nella piscina tra i soldi. E' la copertina in movimento di Nevermind dei Nirvana.

                                                                        Claudio

                                                   (Voce del pensiero di CLAUDIO)

La foto numero 1 è KIM, e il numero 2 è DARIO.Danno a questi bambini nomi finti, i clienti vogliono sapere, probabilmente desiderano anche solo fingere che sia possibile instaurare un rapporto di intimità reale.Dario è biondo e sembrava solo così felice. Tre o forse quattro anni al massimo. Questi sono i figli di qualcuno, alcuni sono vivi, altri sono già morti mentre li vediamo, come stelle lontane.Il sole stesso se esplodesse ci metterebbe otto interminabili minuti per palesarsi ai nostri occhi, in tutto il suo buio mortale.

                                                Scena 2 Interno-stanza motel-pomeriggio.

La stanza è perfettamente in ordine, quasi che nessuno la abiti. Due valigie chiuse, una è sul letto. La luce di una sola abat jour è accesa sul comodino, tutte le altre luci sono spente. CLAUDIO, un uomo sulla quarantina, capelli arruffati e grossi occhiali alla Enrico Ghezzi, è seduto davanti alla piccola scrivania, il volto illuminato dalla luce azzurra del PC, sullo schermo vediamo scorrere i volti dei BAMBINI e sotto la scritta SCOMPARSO, che si ripete. Accanto a lui, in piedi, sua moglie, LINDA, una ragazza di una decina d'anni più giovane, dal corpo minuto, carina.

                                                                          CLAUDIO

                                                       (Voce del pensiero di Claudio)

Sono i figli di chi non osa darsi pace, di chi celebra l’anniversario della scomparsa in tv, finendo col piangere tutte le volte, tenersi stretti ai parenti, farsi coraggio e convincersi che non si può perdere la speranza.Io vedo azzerarsi questa speranza. Forse, se qualcuno commetterà un errore, sarete i nuovi Natasha Kampusc e, forse, qualcuno vi chiederà un giorno come è stato stare tanto tempo lontani da casa e com’è adesso avere sedici anni e non riconoscere vostra madre.


Linda si tocca la pancia, poi d'improvviso corre in bagno, accende la luce e chiude la porta a chiave dietro di sé. Claudio si gira di scatto, si alza e prova a girare la maniglia, si sente il rumore dello sciacquone e l'acqua che scorre nel lavandino. Dopo pochi secondi Linda apre, trova Claudio davanti alla porta che l'aspetta, quasi sorpresa guarda in basso con sguardo colpevole.

   CLAUDIO


   Ehi...
  LINDA


 che c'è...

 CLAUDIO

  Tu,che hai? Stai Bene...
  LINDA


Non è niente, adesso mi passa.

Claudio le accarezza dolcemente i capelli e bacia Linda sulla fronte, poi torna alla sua postazione, Linda lo guarda ed esita a seguirlo a sua volta. Si abbassa e apre le cerniere della valigia, cerca nervosamente qualcosa.

CLAUDIO

Che stai cercando?

LINDA

Le gocce.

CLAUDIO

Stai cercando i Fiori di Bach?

LINDA

Si, le gocce, le mie gocce per l'ansia.

CLAUDIO

Non sono lì...

LINDA

E dove sono?

CLAUDIO

Le ho buttate.

LINDA

E perché cazzo lo avresti fatto?

CLAUDIO

Odio quella roba new age che ti fai dare dal tuo ex.

LINDA

non è roba new age è un farmaco omeopatico e mi serve. E poi si dia il caso che ERNESTO sia un medico

CLAUDIO

è un farmacista, è diverso, e poi non ti serve, non serve a niente.

Linda si siede sul pavimento davanti a ciò che resta della valigia aperta e disfatta sul pavimento sull'orlo di una crisi di pianto.

LINDA

Perché hai fatto una cosa del genere senza dirmelo...

Claudio si alza cautamente e si dirige verso sua moglie, si rannicchia sul pavimento passando alle sue spalle per avvolgerla in un abbraccio rassicurante.

CLAUDIO

L'ho fatto per il tuo bene,non ti serve. Mi dispiace di averti coinvolta in questo casino...

LINDA

Certo come no...

CLAUDIO

Adesso sei ingiusta, sei tu che hai insistito per venire, dicevi che ti sentivi esclusa dalla mia vita, che non ti coinvolgevo abbastanza, ecco adesso ci sei: ben venuta nella mia vita.

LINDA

Bravo, la tua vita. Il tuo lavoro. I tuoi casini. Dove sono io in tutto questo? Che ci faccio qui? Questa dovrebbe essere la nostra vita, il nostro futuro, siamo sposati, siamo una famiglia, invece tu decidi per tutti e due, sempre!

CLAUDIO

Linda tu lo sapevi che vita facevo, sapevi tutto fin dall'inizio, non posso farci niente. Potresti lasciare a mio padre il ruolo di chi mi chiede di essere quello che io non posso essere? Ti prego...

LINDA

Io non la voglio una vita così.

CLAUDIO

Forse avresti dovuto pensarci prima di sposarmi.

LINDA

Ma che ci facciamo noi tra questa gente, me lo spieghi? Chi cazzo sono? Guardali quei bambini, ti sembra normale? Non possiamo essere complici di questi animali.

CLAUDIO

Noi non siamo complici, io sono un giornalista.

LINDA

Allora denunciali.

CLAUDIO

Non posso e lo sai. E' il mio lavoro, ho promesso che avrei protetto le fonti, non voglio rinunciare a questo articolo.

LINDA

(Piange)

Ti prego andiamo via...

CLAUDIO

Tra poco sarà tutto finito...

Uno squillo del telefono della stanza interrompe la conversazione, entrambi si girano a fissare l'apparecchio, subito dopo un altro squillo, è il segnale. Claudio deve andare.

LINDA

Claudio ti prego non andare.

Claudio si alza lentamente, si avvicina alla scrivania, spegne il computer, poi si accinge a prendere le sue cose:una penna, un quadernetto e le ripone nella tasca della pesante giacca mimetica che sta appesa allo schienale della sedia. Indossa la giacca e cerca le sigarette e l'accendino. Si volta verso sua moglie che intanto si è alzata raggiungendo la finestra, lui la osserva mentre chiude la lampo della giacca, lei piangendo guarda fuori.





                                            Scena 3 interno-auto di Klaus-pomeriggio.



KLAUS è un uomo dal forte accento dell'est, molto magro, biondo, pallido e nervoso, si muove come se fosse sovraeccitato o fatto di cocaina. E' vestito in maniera elegante, ma pacchiana, con una camicia nera e una cravatta dal nodo grosso, rossa, e un fermacravatte d'oro. Guida la macchina, Claudio gli è seduto di fianco, è teso, tiene stretta la maniglia sopra al tettuccio, come gli anziani.

Klaus

Ti aspetta alla stazione di servizio. Tutto chiaro?

Claudio lo guarda per un istante e accenna un sì con la testa.

KLAUS

Rilassati,tranquillo, non è niente, tu respira. OLGA è brava persona, persona tranquilla. Tu fai disinvolto e lei non si accorgerà che tu giornalista. Lei conosce me. Pensa che tu sei ultimo arrivato, rilassati. E' come giocare ad agente segreto. Hai visto foto che ti ho portato? Roba buona, da farci un sacco di soldi, mia donna ancora incinta, porcaputtana, altro piccolo Klaus in arrivo.

Klaus scoppia in una risata.

KLAUS

Donne tutte uguali amico, sempre vogliono incastrare...

Claudio osserva Klaus di sbieco, accenna a un sorriso forzato.

                                          Scena 4 Interno-stazione di servizio-pomeriggio.

Claudio e OLGA, una donna sui cinquanta, capelli all'hennè, occhiali scuri e poco trucco,  sono seduti uno di fronte all'altra al tavolino di una stazione di servizio, Claudio ha preso un caffè americano e Olga una tazza di tè. Intorno c'è solo una FAMIGLIA: PADRE e MADRE CAUCASICI,  e FIGLIA PICCOLA NERA. Sono a una tavolino distante, s'intravedono soltanto, sullo sfondo, Olga e Claudio non ci fanno troppo caso.

Olga

Sono passati sei anni da Città del Messico. Eravamo giovani e adesso non lo siamo più.

CLAUDIO

Con chi lavori adesso?



OLGA

Da sola. E' meglio, è più facile passare per la zia. Prima ero la madre, e magari mi serviva un padre, ma adesso sono una zia e li riporto dalla madre, è più credibile così.

CLAUDIO

E' vero che non si dura mai a lungo da soli in questo lavoro?

OLGA

Non esistono dogmi, ma condividere certi momenti può aumentare o diminuire lo stress. Si tratta di scegliere bene e certo non è che puoi mettere un annuncio. Klaus mi ha parlato della tua amica, dice che tra voi non durerà.

Claudio guarda fuori verso il piazzale, le auto e i camion partono e arrivano, fanno poco rumore.

OLGA

Usciamo per una sigaretta.

I due si alzano ed escono, prima lei poi lui.



                                                Scena 5 Esterno-stazione di servizio-sera.

Claudio e Olga sono davanti allo spiazzale dell'autogrill. Si sente il rumore delle auto che passano a gran velocità lungo la strada.Il cielo grigio e il vento che rende difficile l'uso dell'accendino.

Olga

(Sorride sarcastica)

Dove ci vai con quello, a caccia di cinghiali? 

Claudio si guarda per un attimo la giacca militare, poi riprova ad accendere la sigaretta e finalmente ci riesce.

OLGA

Fai troppo fumo, sei insopportabile.



Claudio espira un'altra volta accennando un sorriso d'imbarazzo. Improvvisamente la bambina nera uscendo di corsa dalla stazione di servizio va a sbattere contro Olga la quale con fare quasi materno girando su se stessa para il colpo e sorride alla bambina.Sulla scia della bambina la Madre e il Padre Caucasici intervengono, la madre la prende in braccio.

Madre caucasica

Sono mortificata. Chiedi scusa alla signora.

Bambina nera

Scusa.

Padre Caucasico

Ci scusi ancora. Andiamo adesso. Saluta i signori.

BAMBINA NERA

Ciao signori...

La famiglia si allontana verso la macchina. E si accingono ad entrare.

OLGA

Anch'io sono stata adottata, mia madre mi ha abbandonata quando ero una bambina.

CLAUDIO

Mi dispiace.

OLGA

Era una tossica, meglio così...

Claudio si sofferma con lo sguardo verso la macchina della famiglia, la macchina parte e va via, Claudio l'accompagna per tutto il tragitto, osservandola scomparire.

OLGA

Lascia perdere, non so chi ti abbia ficcato in questo casino, ma tu non ci sei proprio tagliato per questo lavoro.



                                                  Scena 6 Interno-stanza Motel-sera.

Claudio entra nella stanza e si accorge subito che le cose di Linda non ci sono più. La sua valigia è sul letto, sulla piccola scrivania il materiale di Klaus, i suoi libri e quaderni. La Tv è rimasta accesa. Claudio si chiude delicatamente la porta alle spalle, è stanco e si siede sul letto, si sbottona la giacca militare e se la toglie adagiandola con cura al suo fianco, restando solo con il maglione. Claudio si volta verso il comodino e si accorge di un foglio lasciato vicino all'abat jour rimasta accesa. Claudio con movimento pachidermico si allunga a prendere il foglio: 



SONO INCINTA TI LASCIO, VOGLIO ABORTIRE
ADDIO.

Claudio si lascia cadere sul letto, volge lo sguardo verso lo schermo, scorrono le immagini relative al suicidio del documentario "Chi ha ucciso KURT COBAIN?" l'immagine che si vede è chiara, il corpo del musicista è disteso sul pavimento della serra nella sua casa di Seattle. Partono i titoli di coda con la canzone "ALL APOLOGIES" dei Nirvana.

FINE.

giovedì 13 marzo 2014

Lettera di Carmelo Bene Al P.C.I.



Ci furono sempre parole a me più care delle mie
luogo in cui altri dissero molto meglio
ciò che io avevo da dire
e come Pertini anche per Carmelo
la mia generazione sperimentò quella nostalgia
da signorine per il matrimonio
come per Woodstock
e per tutte quelle stagioni che non hai vissuto
e che lo stesso ti mancano.

Pier Angelo Consoli.






LETTERA APERTA AL P.C.I.

Compagni, camerati,
- mi spetterebbe - ha detto Majakovskij -
un monumento da vivo! -
Son'io quel desso che non vi spiegate
ancora ieri poi stanotte o mai
sono quel tu generico, la statua
d'un centravanti dell'azzurro in corsa
con la testa tra i piedi senza palla
Cento all'ora del campo,
sono l'affanno che si disamora
trovando tondo tondo nella rete
nient'affatto avversaria
un mondo già segnato da nessuno
altro che me quando non ero nato.
Ed ecco fatto quello che non faccio
ed ecco detto quello che dicevo
ecco premiato quello che volevo
esatto a dirmi che non sono esatto
Eccomi morto quando più vivevo -
Tattica - mi rispondono le stelle -
tu non sai stare al gioco della corsa -
- Oh, risultare! - Torna, ma stanotte,
se vuoi tornare, dopo la partita,
ché bianca verde rossa oltre Montale
è finita lo sai perché finita
dentro un solo comune meriggiare
è l'eccezione che credevi tale:
occasione di folla sminuita
il tuo tardo arrivare
rimette in palio il palio d'una vita
vinta quell'altra notte in fondo al mare
E la speranza è tanta
che non mi basta più
ma tale che m'avanza musicale
la vita.



Carmelo Bene

giovedì 6 marzo 2014

Mah...

Io appartengo a quell'anarchia pigra
che pur dissentendo da ogni forma di istituzione
non la combatte
ma...
dorme.





Pier Angelo Consoli.