Scena 1 esterno-piscina-giorno.
Sotto il livello dell'acqua galleggiano banconote. Un
neonato nuota felice, nudo, nella piscina tra i soldi. E' la copertina
in movimento di Nevermind dei Nirvana.
Claudio
(Voce del pensiero di CLAUDIO)
La foto numero 1 è KIM,
e il numero 2 è DARIO.Danno a questi bambini nomi finti, i clienti
vogliono sapere,
probabilmente desiderano anche solo fingere che sia possibile
instaurare un rapporto di intimità reale.Dario è biondo e sembrava solo
così felice. Tre o forse quattro anni al
massimo. Questi sono i figli di qualcuno, alcuni sono vivi, altri sono
già morti mentre li vediamo, come stelle lontane.Il sole stesso se
esplodesse ci metterebbe otto interminabili minuti per palesarsi ai
nostri occhi, in tutto il suo buio mortale.
Scena 2 Interno-stanza motel-pomeriggio.
La stanza è perfettamente in ordine, quasi che
nessuno la abiti. Due valigie chiuse, una è sul letto. La luce di una
sola abat jour è accesa sul comodino, tutte le altre luci sono spente.
CLAUDIO, un uomo sulla quarantina, capelli arruffati e grossi occhiali
alla Enrico Ghezzi, è seduto davanti alla piccola scrivania, il volto
illuminato dalla luce azzurra del PC, sullo schermo vediamo scorrere i
volti dei BAMBINI e sotto la scritta SCOMPARSO, che si ripete. Accanto
a lui, in piedi, sua moglie, LINDA, una ragazza di una decina d'anni
più giovane, dal corpo minuto, carina.
CLAUDIO
(Voce del pensiero di Claudio)
Sono i figli di chi non osa darsi pace, di chi
celebra l’anniversario della scomparsa in tv, finendo col piangere
tutte le volte, tenersi stretti ai parenti, farsi coraggio e
convincersi che non si può perdere la speranza.Io vedo azzerarsi questa
speranza. Forse, se qualcuno commetterà un errore, sarete i nuovi
Natasha Kampusc e, forse, qualcuno vi chiederà un giorno come è stato
stare tanto tempo lontani da casa e com’è adesso avere sedici anni e
non riconoscere vostra madre.
Linda si tocca la pancia, poi d'improvviso corre in bagno, accende la luce e chiude la porta a chiave dietro di sé.
Claudio si gira di scatto, si alza e prova a girare la maniglia, si
sente il rumore dello sciacquone e l'acqua che scorre nel lavandino.
Dopo pochi secondi Linda apre, trova Claudio davanti alla porta che
l'aspetta, quasi sorpresa guarda in basso con sguardo colpevole.
CLAUDIO
Ehi...
LINDA
che c'è...
CLAUDIO
Tu,che hai? Stai Bene...
LINDA
Non è niente, adesso mi passa.
Claudio le accarezza dolcemente i capelli e bacia
Linda sulla fronte, poi torna alla sua postazione, Linda lo guarda ed
esita a seguirlo a sua volta. Si abbassa e apre le cerniere della valigia, cerca nervosamente qualcosa.
CLAUDIO
Che stai cercando?
LINDA
Le gocce.
CLAUDIO
Stai cercando i Fiori di Bach?
LINDA
Si, le gocce, le mie gocce per l'ansia.
CLAUDIO
Non sono lì...
LINDA
E dove sono?
CLAUDIO
Le ho buttate.
LINDA
E perché cazzo lo avresti fatto?
CLAUDIO
Odio quella roba new age che ti fai dare dal tuo ex.
LINDA
non è roba new age è un farmaco omeopatico e mi serve. E poi si dia il caso che ERNESTO sia un medico
CLAUDIO
è un farmacista, è diverso, e poi non ti serve, non serve a niente.
Linda si siede sul pavimento davanti a ciò che resta
della valigia aperta e disfatta sul pavimento sull'orlo di una crisi di
pianto.
LINDA
Perché hai fatto una cosa del genere senza dirmelo...
Claudio si alza cautamente e si dirige verso sua
moglie, si rannicchia sul pavimento passando alle sue spalle per
avvolgerla in un abbraccio rassicurante.
CLAUDIO
L'ho fatto per il tuo bene,non ti serve. Mi dispiace di averti coinvolta in questo casino...
LINDA
Certo come no...
CLAUDIO
Adesso sei ingiusta, sei tu che hai insistito per
venire, dicevi che ti sentivi esclusa dalla mia vita, che non ti
coinvolgevo abbastanza, ecco adesso ci sei: ben venuta nella mia vita.
LINDA
Bravo, la tua vita. Il tuo lavoro. I tuoi casini.
Dove sono io in tutto questo? Che ci faccio qui? Questa dovrebbe essere
la nostra vita, il nostro futuro, siamo sposati, siamo una famiglia,
invece tu decidi per tutti e due, sempre!
CLAUDIO
Linda tu lo sapevi che vita facevo, sapevi tutto fin
dall'inizio, non posso farci niente. Potresti lasciare a mio padre il
ruolo di chi mi chiede di essere quello che io non posso essere? Ti
prego...
LINDA
Io non la voglio una vita così.
CLAUDIO
Forse avresti dovuto pensarci prima di sposarmi.
LINDA
Ma che ci facciamo noi tra questa gente, me lo
spieghi? Chi cazzo sono? Guardali quei bambini, ti sembra normale? Non
possiamo essere complici di questi animali.
CLAUDIO
Noi non siamo complici, io sono un giornalista.
LINDA
Allora denunciali.
CLAUDIO
Non posso e lo sai. E' il mio lavoro, ho promesso che avrei protetto le fonti, non voglio rinunciare a questo articolo.
LINDA
(Piange)
Ti prego andiamo via...
CLAUDIO
Tra poco sarà tutto finito...
Uno squillo del telefono della stanza interrompe la
conversazione, entrambi si girano a fissare l'apparecchio, subito dopo
un altro squillo, è il segnale. Claudio deve andare.
LINDA
Claudio ti prego non andare.
Claudio si alza lentamente, si avvicina alla
scrivania, spegne il computer, poi si accinge a prendere le sue
cose:una penna, un quadernetto e le ripone nella tasca della pesante
giacca mimetica che sta appesa allo schienale della sedia. Indossa la
giacca e cerca le sigarette e l'accendino. Si volta verso sua moglie
che intanto si è alzata raggiungendo la finestra, lui la osserva mentre
chiude la lampo della giacca, lei piangendo guarda fuori.
Scena 3 interno-auto di Klaus-pomeriggio.
KLAUS è un uomo dal forte accento dell'est, molto
magro, biondo, pallido e nervoso, si muove come se fosse sovraeccitato
o fatto di cocaina. E' vestito in maniera elegante, ma pacchiana, con una camicia nera e una cravatta dal nodo grosso, rossa, e un fermacravatte d'oro.
Guida la macchina, Claudio gli è seduto di fianco, è teso, tiene stretta
la maniglia sopra al tettuccio, come gli anziani.
Klaus
Ti aspetta alla stazione di servizio. Tutto chiaro?
Claudio lo guarda per un istante e accenna un sì con la testa.
KLAUS
Rilassati,tranquillo, non è niente, tu respira. OLGA è brava persona,
persona tranquilla. Tu fai disinvolto e lei non si accorgerà che tu
giornalista. Lei conosce me. Pensa che tu sei ultimo arrivato,
rilassati. E' come giocare ad agente segreto. Hai visto foto che ti ho
portato? Roba buona, da farci un sacco di soldi, mia donna ancora incinta, porcaputtana, altro piccolo Klaus in arrivo.
Klaus scoppia in una risata.
KLAUS
Donne tutte uguali amico, sempre vogliono incastrare...
Claudio osserva Klaus di sbieco, accenna a un sorriso forzato.
Scena 4 Interno-stazione di servizio-pomeriggio.
Claudio e OLGA, una donna sui cinquanta, capelli
all'hennè, occhiali scuri e poco trucco, sono seduti uno di fronte
all'altra al tavolino di una stazione di servizio, Claudio ha preso un
caffè americano e Olga una tazza di tè. Intorno c'è solo una FAMIGLIA:
PADRE e MADRE CAUCASICI, e FIGLIA PICCOLA NERA. Sono a una tavolino
distante, s'intravedono soltanto, sullo sfondo, Olga e Claudio non ci
fanno troppo caso.
Olga
Sono passati sei anni da Città del Messico. Eravamo giovani e adesso non lo siamo più.
CLAUDIO
Con chi lavori adesso?
OLGA
Da sola. E' meglio, è più facile passare per la zia.
Prima ero la madre, e magari mi serviva un padre, ma adesso sono una
zia e li riporto dalla madre, è più credibile così.
CLAUDIO
E' vero che non si dura mai a lungo da soli in questo lavoro?
OLGA
Non esistono dogmi, ma condividere certi momenti può
aumentare o diminuire lo stress. Si tratta di scegliere bene e certo
non è che puoi mettere un annuncio. Klaus mi ha parlato della tua
amica, dice che tra voi non durerà.
Claudio guarda fuori verso il piazzale, le auto e i
camion partono e arrivano, fanno poco rumore.
OLGA
Usciamo per una sigaretta.
I due si alzano ed escono, prima lei poi lui.
Scena 5 Esterno-stazione di servizio-sera.
Claudio e Olga sono davanti allo spiazzale
dell'autogrill. Si sente il rumore delle auto che passano a gran
velocità lungo la strada.Il cielo grigio e il vento che rende difficile
l'uso dell'accendino.
Olga
(Sorride sarcastica)
Dove ci vai con quello, a caccia di cinghiali?
Claudio si guarda per un attimo la giacca militare, poi riprova ad accendere la sigaretta e finalmente ci riesce.
OLGA
Fai troppo fumo, sei insopportabile.
Claudio espira un'altra volta accennando un sorriso
d'imbarazzo. Improvvisamente la bambina nera uscendo di corsa dalla
stazione di servizio va a sbattere contro Olga la quale con fare quasi
materno girando su se stessa para il colpo e sorride alla bambina.Sulla
scia della bambina la Madre e il Padre Caucasici intervengono, la madre
la prende in braccio.
Madre caucasica
Sono mortificata. Chiedi scusa alla signora.
Bambina nera
Scusa.
Padre Caucasico
Ci scusi ancora. Andiamo adesso. Saluta i signori.
BAMBINA NERA
Ciao signori...
La famiglia si allontana verso la macchina. E si accingono ad entrare.
OLGA
Anch'io sono stata adottata, mia madre mi ha abbandonata quando ero una bambina.
CLAUDIO
Mi dispiace.
OLGA
Era una tossica, meglio così...
Claudio si sofferma con lo sguardo verso la macchina
della famiglia, la macchina parte e va via, Claudio l'accompagna per
tutto il tragitto, osservandola scomparire.
OLGA
Lascia perdere, non so chi ti abbia ficcato in questo casino, ma tu non ci sei proprio tagliato per questo lavoro.
Scena 6 Interno-stanza Motel-sera.
Claudio entra nella stanza e si accorge subito che le
cose di Linda non ci sono più. La sua valigia è sul letto, sulla
piccola scrivania il materiale di Klaus, i suoi libri e quaderni. La Tv
è rimasta accesa. Claudio si chiude delicatamente la porta alle spalle,
è stanco e si siede sul letto, si sbottona la giacca militare e se la
toglie adagiandola con cura al suo fianco, restando solo con il
maglione. Claudio si volta verso il comodino e si accorge di un foglio
lasciato vicino all'abat jour rimasta accesa. Claudio con movimento
pachidermico si allunga a prendere il foglio:
SONO INCINTA TI LASCIO, VOGLIO ABORTIRE
ADDIO.
ADDIO.
Claudio si lascia cadere sul letto, volge lo sguardo
verso lo schermo, scorrono le immagini relative al suicidio del
documentario "Chi ha ucciso KURT COBAIN?" l'immagine che si vede è
chiara, il corpo del musicista è disteso sul pavimento della serra
nella sua casa di Seattle. Partono i titoli di coda con la canzone "ALL
APOLOGIES" dei Nirvana.
FINE.
Nessun commento:
Posta un commento