martedì 18 marzo 2014

La Tenerezza è lo spazio che ci divide (Sceneggiatura.)

                                                    Scena 1 esterno-piscina-giorno.

Sotto il livello dell'acqua galleggiano banconote. Un neonato nuota felice, nudo, nella piscina tra i soldi. E' la copertina in movimento di Nevermind dei Nirvana.

                                                                        Claudio

                                                   (Voce del pensiero di CLAUDIO)

La foto numero 1 è KIM, e il numero 2 è DARIO.Danno a questi bambini nomi finti, i clienti vogliono sapere, probabilmente desiderano anche solo fingere che sia possibile instaurare un rapporto di intimità reale.Dario è biondo e sembrava solo così felice. Tre o forse quattro anni al massimo. Questi sono i figli di qualcuno, alcuni sono vivi, altri sono già morti mentre li vediamo, come stelle lontane.Il sole stesso se esplodesse ci metterebbe otto interminabili minuti per palesarsi ai nostri occhi, in tutto il suo buio mortale.

                                                Scena 2 Interno-stanza motel-pomeriggio.

La stanza è perfettamente in ordine, quasi che nessuno la abiti. Due valigie chiuse, una è sul letto. La luce di una sola abat jour è accesa sul comodino, tutte le altre luci sono spente. CLAUDIO, un uomo sulla quarantina, capelli arruffati e grossi occhiali alla Enrico Ghezzi, è seduto davanti alla piccola scrivania, il volto illuminato dalla luce azzurra del PC, sullo schermo vediamo scorrere i volti dei BAMBINI e sotto la scritta SCOMPARSO, che si ripete. Accanto a lui, in piedi, sua moglie, LINDA, una ragazza di una decina d'anni più giovane, dal corpo minuto, carina.

                                                                          CLAUDIO

                                                       (Voce del pensiero di Claudio)

Sono i figli di chi non osa darsi pace, di chi celebra l’anniversario della scomparsa in tv, finendo col piangere tutte le volte, tenersi stretti ai parenti, farsi coraggio e convincersi che non si può perdere la speranza.Io vedo azzerarsi questa speranza. Forse, se qualcuno commetterà un errore, sarete i nuovi Natasha Kampusc e, forse, qualcuno vi chiederà un giorno come è stato stare tanto tempo lontani da casa e com’è adesso avere sedici anni e non riconoscere vostra madre.


Linda si tocca la pancia, poi d'improvviso corre in bagno, accende la luce e chiude la porta a chiave dietro di sé. Claudio si gira di scatto, si alza e prova a girare la maniglia, si sente il rumore dello sciacquone e l'acqua che scorre nel lavandino. Dopo pochi secondi Linda apre, trova Claudio davanti alla porta che l'aspetta, quasi sorpresa guarda in basso con sguardo colpevole.

   CLAUDIO


   Ehi...
  LINDA


 che c'è...

 CLAUDIO

  Tu,che hai? Stai Bene...
  LINDA


Non è niente, adesso mi passa.

Claudio le accarezza dolcemente i capelli e bacia Linda sulla fronte, poi torna alla sua postazione, Linda lo guarda ed esita a seguirlo a sua volta. Si abbassa e apre le cerniere della valigia, cerca nervosamente qualcosa.

CLAUDIO

Che stai cercando?

LINDA

Le gocce.

CLAUDIO

Stai cercando i Fiori di Bach?

LINDA

Si, le gocce, le mie gocce per l'ansia.

CLAUDIO

Non sono lì...

LINDA

E dove sono?

CLAUDIO

Le ho buttate.

LINDA

E perché cazzo lo avresti fatto?

CLAUDIO

Odio quella roba new age che ti fai dare dal tuo ex.

LINDA

non è roba new age è un farmaco omeopatico e mi serve. E poi si dia il caso che ERNESTO sia un medico

CLAUDIO

è un farmacista, è diverso, e poi non ti serve, non serve a niente.

Linda si siede sul pavimento davanti a ciò che resta della valigia aperta e disfatta sul pavimento sull'orlo di una crisi di pianto.

LINDA

Perché hai fatto una cosa del genere senza dirmelo...

Claudio si alza cautamente e si dirige verso sua moglie, si rannicchia sul pavimento passando alle sue spalle per avvolgerla in un abbraccio rassicurante.

CLAUDIO

L'ho fatto per il tuo bene,non ti serve. Mi dispiace di averti coinvolta in questo casino...

LINDA

Certo come no...

CLAUDIO

Adesso sei ingiusta, sei tu che hai insistito per venire, dicevi che ti sentivi esclusa dalla mia vita, che non ti coinvolgevo abbastanza, ecco adesso ci sei: ben venuta nella mia vita.

LINDA

Bravo, la tua vita. Il tuo lavoro. I tuoi casini. Dove sono io in tutto questo? Che ci faccio qui? Questa dovrebbe essere la nostra vita, il nostro futuro, siamo sposati, siamo una famiglia, invece tu decidi per tutti e due, sempre!

CLAUDIO

Linda tu lo sapevi che vita facevo, sapevi tutto fin dall'inizio, non posso farci niente. Potresti lasciare a mio padre il ruolo di chi mi chiede di essere quello che io non posso essere? Ti prego...

LINDA

Io non la voglio una vita così.

CLAUDIO

Forse avresti dovuto pensarci prima di sposarmi.

LINDA

Ma che ci facciamo noi tra questa gente, me lo spieghi? Chi cazzo sono? Guardali quei bambini, ti sembra normale? Non possiamo essere complici di questi animali.

CLAUDIO

Noi non siamo complici, io sono un giornalista.

LINDA

Allora denunciali.

CLAUDIO

Non posso e lo sai. E' il mio lavoro, ho promesso che avrei protetto le fonti, non voglio rinunciare a questo articolo.

LINDA

(Piange)

Ti prego andiamo via...

CLAUDIO

Tra poco sarà tutto finito...

Uno squillo del telefono della stanza interrompe la conversazione, entrambi si girano a fissare l'apparecchio, subito dopo un altro squillo, è il segnale. Claudio deve andare.

LINDA

Claudio ti prego non andare.

Claudio si alza lentamente, si avvicina alla scrivania, spegne il computer, poi si accinge a prendere le sue cose:una penna, un quadernetto e le ripone nella tasca della pesante giacca mimetica che sta appesa allo schienale della sedia. Indossa la giacca e cerca le sigarette e l'accendino. Si volta verso sua moglie che intanto si è alzata raggiungendo la finestra, lui la osserva mentre chiude la lampo della giacca, lei piangendo guarda fuori.





                                            Scena 3 interno-auto di Klaus-pomeriggio.



KLAUS è un uomo dal forte accento dell'est, molto magro, biondo, pallido e nervoso, si muove come se fosse sovraeccitato o fatto di cocaina. E' vestito in maniera elegante, ma pacchiana, con una camicia nera e una cravatta dal nodo grosso, rossa, e un fermacravatte d'oro. Guida la macchina, Claudio gli è seduto di fianco, è teso, tiene stretta la maniglia sopra al tettuccio, come gli anziani.

Klaus

Ti aspetta alla stazione di servizio. Tutto chiaro?

Claudio lo guarda per un istante e accenna un sì con la testa.

KLAUS

Rilassati,tranquillo, non è niente, tu respira. OLGA è brava persona, persona tranquilla. Tu fai disinvolto e lei non si accorgerà che tu giornalista. Lei conosce me. Pensa che tu sei ultimo arrivato, rilassati. E' come giocare ad agente segreto. Hai visto foto che ti ho portato? Roba buona, da farci un sacco di soldi, mia donna ancora incinta, porcaputtana, altro piccolo Klaus in arrivo.

Klaus scoppia in una risata.

KLAUS

Donne tutte uguali amico, sempre vogliono incastrare...

Claudio osserva Klaus di sbieco, accenna a un sorriso forzato.

                                          Scena 4 Interno-stazione di servizio-pomeriggio.

Claudio e OLGA, una donna sui cinquanta, capelli all'hennè, occhiali scuri e poco trucco,  sono seduti uno di fronte all'altra al tavolino di una stazione di servizio, Claudio ha preso un caffè americano e Olga una tazza di tè. Intorno c'è solo una FAMIGLIA: PADRE e MADRE CAUCASICI,  e FIGLIA PICCOLA NERA. Sono a una tavolino distante, s'intravedono soltanto, sullo sfondo, Olga e Claudio non ci fanno troppo caso.

Olga

Sono passati sei anni da Città del Messico. Eravamo giovani e adesso non lo siamo più.

CLAUDIO

Con chi lavori adesso?



OLGA

Da sola. E' meglio, è più facile passare per la zia. Prima ero la madre, e magari mi serviva un padre, ma adesso sono una zia e li riporto dalla madre, è più credibile così.

CLAUDIO

E' vero che non si dura mai a lungo da soli in questo lavoro?

OLGA

Non esistono dogmi, ma condividere certi momenti può aumentare o diminuire lo stress. Si tratta di scegliere bene e certo non è che puoi mettere un annuncio. Klaus mi ha parlato della tua amica, dice che tra voi non durerà.

Claudio guarda fuori verso il piazzale, le auto e i camion partono e arrivano, fanno poco rumore.

OLGA

Usciamo per una sigaretta.

I due si alzano ed escono, prima lei poi lui.



                                                Scena 5 Esterno-stazione di servizio-sera.

Claudio e Olga sono davanti allo spiazzale dell'autogrill. Si sente il rumore delle auto che passano a gran velocità lungo la strada.Il cielo grigio e il vento che rende difficile l'uso dell'accendino.

Olga

(Sorride sarcastica)

Dove ci vai con quello, a caccia di cinghiali? 

Claudio si guarda per un attimo la giacca militare, poi riprova ad accendere la sigaretta e finalmente ci riesce.

OLGA

Fai troppo fumo, sei insopportabile.



Claudio espira un'altra volta accennando un sorriso d'imbarazzo. Improvvisamente la bambina nera uscendo di corsa dalla stazione di servizio va a sbattere contro Olga la quale con fare quasi materno girando su se stessa para il colpo e sorride alla bambina.Sulla scia della bambina la Madre e il Padre Caucasici intervengono, la madre la prende in braccio.

Madre caucasica

Sono mortificata. Chiedi scusa alla signora.

Bambina nera

Scusa.

Padre Caucasico

Ci scusi ancora. Andiamo adesso. Saluta i signori.

BAMBINA NERA

Ciao signori...

La famiglia si allontana verso la macchina. E si accingono ad entrare.

OLGA

Anch'io sono stata adottata, mia madre mi ha abbandonata quando ero una bambina.

CLAUDIO

Mi dispiace.

OLGA

Era una tossica, meglio così...

Claudio si sofferma con lo sguardo verso la macchina della famiglia, la macchina parte e va via, Claudio l'accompagna per tutto il tragitto, osservandola scomparire.

OLGA

Lascia perdere, non so chi ti abbia ficcato in questo casino, ma tu non ci sei proprio tagliato per questo lavoro.



                                                  Scena 6 Interno-stanza Motel-sera.

Claudio entra nella stanza e si accorge subito che le cose di Linda non ci sono più. La sua valigia è sul letto, sulla piccola scrivania il materiale di Klaus, i suoi libri e quaderni. La Tv è rimasta accesa. Claudio si chiude delicatamente la porta alle spalle, è stanco e si siede sul letto, si sbottona la giacca militare e se la toglie adagiandola con cura al suo fianco, restando solo con il maglione. Claudio si volta verso il comodino e si accorge di un foglio lasciato vicino all'abat jour rimasta accesa. Claudio con movimento pachidermico si allunga a prendere il foglio: 



SONO INCINTA TI LASCIO, VOGLIO ABORTIRE
ADDIO.

Claudio si lascia cadere sul letto, volge lo sguardo verso lo schermo, scorrono le immagini relative al suicidio del documentario "Chi ha ucciso KURT COBAIN?" l'immagine che si vede è chiara, il corpo del musicista è disteso sul pavimento della serra nella sua casa di Seattle. Partono i titoli di coda con la canzone "ALL APOLOGIES" dei Nirvana.

FINE.

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