giovedì 30 agosto 2012

Sull'incoerenza che incoraggio.


La contraddittorietà, ne vogliamo parlare?
Un’altra cosa che non mi è mai scesa sono i coerenti, quelli sempre coerenti con se stessi, con la vita, i duri e puri, che sanno sempre cosa sia giusto fare. Quelli stoici, che si negano per il bene comune, che vivono male e te lo fanno pesare. Quelli che cacano secco e non si sbracano mai.
Io sono sempre stato un incoerente convinto, patentato. Uno con la volubilità di un bambino di cinque anni, un lunatico, uno che non è mai stato tutto d’un pezzo, capace di tutto, con qualsiasi soluzione a portata di mano, uno che decide alla fine e che in ogni caso si lascia lo spazio per cambiare ancora. Non ci puoi fare affidamento, ma non mi è mai dispiaciuto. Ho cercato la vita e anche adesso che mi accorgo che le cose non sono affatto andate come pensavo, è cazzo che tornando indietro, di fronte agli stessi bivi, io faccio tutto uguale, le medesime mosse sbagliate.


Faye Goddard.

Da Varese a quel paese. Dente.

mercoledì 29 agosto 2012

Paure e pregiudizi.

Lo sai che non mi fermeranno mai
lo sai
che verso vuoi che ci sia
e non mi credi mai
e le capriole per aggirare la tua razionalità
sorrido e non mi credi
tu che non ti vuoi fidare
con la paura persino di pronunciare
il mio nome per bene
paura che ti entri nella fantasia
e poi se mi pensi finisce che ti affezioni
e hai paura
che sia troppo presto
e non mi fermeranno
le paure
e i pregiudizi
il tuo sesto senso come una barriera
l'istinto
lo stesso succede da un sacco di tempo
e ci provi ancora
ma non ci riusciranno mai
lo sai
anche se non mi credi
anche se non ci credi.


Faye Goddard.

domenica 26 agosto 2012

Il verso della Morna.

Affondare nel tuo profumo
mi significa il verso della Morna
una vita sprecata
è sprecata in ogni dove...
che mi hai offerto un letto
ed era quello che avevi
io che ti dissi mi ricordi il tulipano
mentre come un randagio mostravo ancora
i denti alla vita
giocando a fare il duro
io che non sono attrezzato
e a dormire sulla terra rischiavo seriamente
di rimanerci bloccato.
Adesso la giovane distanza
mi regala il gesto di una certa speranza
e la paura che il cambiamento
possa non far rifiorire tutta la tenerezza
al primo nuovo sguardo.
Io voglio conoscerti ancora
e ancora non provare imbarazzo
a far correre incontro
le mie labbra verso i tuoi capelli.

Faye Goddard.

sabato 25 agosto 2012

Un vecchio amico è tornato.


 
 
Un  vecchio amico è tornato
erano tredici anni
qualcuno diceva di averlo visto in giro
ma io credevo che fosse morto.
E’ tornato come un circo
con una donna molto alta che forse è un uomo
e un bambino coi capelli lunghi
parlavano francese e non riuscivano a farsi capire.
Portava un nome nuovo e dei documenti falsi
diceva che lo stavano cercando
che non aveva fatto niente
che aveva solo tirato un sasso a una vetrina.
Non so se fosse vero
se erano solo le fissazioni di un paranoide
o se glielo avevano detto i suoi per non farlo tornare.
Non sapevamo perché fosse tornato
dopo tanto tempo
forse aveva bisogno di soldi
o di mandare i suoi peccati in prescrizione
era molto stanco
disse solo me ne vado il due
me ne vado il due.
Era tornato e si rigirava i ricordi
di quando suo padre lo picchiava per niente
di quando era piccolo e da poco era stato adottato.
I suoi quando lo videro non gli dissero come stai
gli dissero “lo sai che tuo cugino si è laureato”
“che il figlio della vicina si è sistemato e si è fatto una famiglia”
gli mettevano a confronto quello che non era diventato
con le tribolazioni che aveva vissuto.
“forse sarei potuto diventare qualcuno
se mi avessero voluto veramente bene”
disse
aveva i denti neri, non lo si riconosceva
erano passati tredici anni
e io avevo creduto che fosse morto.


Faye Goddard.

La vida è tombola. Manu Chao.

sabato 18 agosto 2012

Rielaborazione, traduzione da le tre, quattro parole più difficili del mondo

rien, rien, je ne regrette rien
j'écris pour sauver les souvenirs de l'érosion
et encore je pense à toi
suspendue
dans les 3 mots les plus difficiles à dire au monde
...
à une femme qui s'en va
même si tu vois toute l'existence qui prend l'avantage
mais rien, rien, rien ne se regrette
la vérité je te dis
susurrant que tu ne pouvais pas m'entendre
et je ne voulais pas que tu m'entende
moi je t'aime
et puis de ces trois mots les plus difficiles en partiront un quatrième
bastarda
qui ne leur ressemble pas mais qui est là malgré tout
capable de générer une continuité dans les générations
malgré tout
au delà du temps
moi je t'aime encore
(d'un personnage qui ne regrette rien et tant mieux, j'ai repris les mots de monsieur Consoli)
 
 
Nig Labornez.

Le tre, quattro parole più difficili del mondo.

Niente, niente, io non rinnego niente
scrivo per salvare i ricordi dall'erosione
e ancora ti penso
sospesa
nelle tre parole più difficili del mondo da dire
a una donna che parte
mentre la vedi tutta l'esistenza che prende il sopravvento
ma niente, niente, non si rinnega niente
la verità ti dissi
sussurrando che non potevi sentirmi
e non volevo che mi sentissi
Io ti amo
e poi le parole difficilissime ne partorirono una quarta
bastarda
che non assomiglia ma che è comunque
capace di generare la continuità nelle generazioni
nonostante tutto
al di là del tempo
io ti amo ancora.

Faye Goddard.


Non je ne regrette rien. Edith Piaf.

venerdì 17 agosto 2012

Sul mestiere di scrivere.

Certi giorni ti svegli e ti senti svuotato, completamente, come un rifiuto. Guardi la tua scrivania, i fogli che ti aspettano, la macchina per scrivere già sveglia e pronta che quasi saltella come un bambino e chiede tutta la tua attenzione. Provi una repulsione molto forte per il tuo lavoro, non era previsto che fosse facile, lo sapevi, eppure pensi a quelle mattine in cui non vedi l'ora di cominciare e quasi preferiresti uscire e lasciar perdere, ma una voce dentro di te ti ripete che hai lasciato tutto per questo, è tutto il tuo lavoro e hai fame e devi tirare fuori qualcosa di buono, devi andare avanti col lavoro, perché hai voluto con tutto te stesso che fosse il tuo lavoro, ti sei fatto nemici tutti i tuoi parenti che avrebbero voluto vederti sistemato, con una posizione sicura e una donna pronta ad essere tua moglie, ma tu sapevi che non ce l'avresti fatta mai, non così.
Persino le virgole ti pesano e puntelli con tenacia la tua attenzione sulla carta, cerchi di allontanare ogni stanchezza, accendi lo stereo per non pensare ad altro se non a scrivere, per non ascoltare la noia nel tuo cuore, ci passerai due ore, hai detto fino alle undici e starai seduto fino alle undici, uno scrittore non è un pittore, o un poeta, uno scrittore deve stare seduto e scrivere, deve fare molto con poco, non potendo essere in due posti contemporanenamente, come disse Mencken, deve trovare nella sua testa ogni ubiquità, nel suo cuore tutte le braccia che servono per abbracciare.


Faye Goddard.


giovedì 16 agosto 2012

Trovare Alban. Provare a partire. Lucio Battisti.

Di nuovo in partenza con la valigia aperta, i biglietti da fare, l'albanese da trovare
che non risponde al telefono e forse è ubriaco, da qualche parte, forse nemmeno a casa sua.
La lavatrice lavorava in solitaria mentre ascoltavo vecchie canzoni di Lucio Battisti che non ascoltavo da un sacco di tempo, ma ieri mentre io e Sasic tornavamo dalla montagna l'autoradio me le ha rimesse nella testa e le avevo caricate su youtube appena ho acceso il computer, non so quale fosse di preciso quella che la radio aveva trasmesso ma per me si assomigliano un po' tutte, almeno quelle che scrisse con Mogol per cui non fa differenza, è un clima che cerco qui, un clima che mi è sempre congeniale prima d'ogni partenza, anche breve, anche non lontana. Una strana tristezza mista ad arrembaggio, una voglia di andare e di restare, non esistono vacanze, ma viaggi, spostamenti, lunghe o brevi convalescenze dai giorni consueti, alloggiamenti, abbordaggi, traversate e navigazioni per mare, per aria, su strada.
Avevo pensato di portare dei racconti di Scerbanenco ma nel treno venendo a Napoli li avevo letti tutti e così non mi restava che la lunga raccolta di poesie polacche di Wislawa Szymborska che non era proprio una lettura leggera e non so per quanto mi avrebbe tenuto compagnia nel bus fino a Crotone, ma mi restava comunque in testa quel verso su Ofelia che diceva "Morirò con le ali e vivrò con le umili unghie..." che mi pareva potesse sempre starci nella mia e nella vita di tutti, oggi, anche se non c'è più la guerra, come se vivere non fosse comunque un battaglia, non dico tutti i giorni, ma tre volte a settimana si.


Faye Goddard.

29 Settembre. Lucio Battisti..

domenica 12 agosto 2012

Insania o perfezione?



 
luce che si placa nella mia bocca sbavante, a spasso, indelicato sono e la mia faccia smunta ne è la prova. imperfezione che bagna le mie mucose irritate, ozono elettrico, grido supplicante di crepuscolo in fiamme, a spasso, palle gonfie di noia, Sistemi da provocare e poi uccidere, eccomi, vibrante cane infernale che strazia le nuvole e macina kilometri neri come la morte, scarto, parto uterino illegale, città venefica, vene appena abbozzate, muscoli incancreniti neri come strade percorse milioni di volte, corpo tatuato, in debito d'ossigeno, paura di tutto ciò che è bellezza, eccomi, nero su bianco in totale assenza di clemenza!


dai contorni acidi il mattino genera flussi cupi come la normalità della maggior parte delle persone. in bella mostra il mio cuore sanguinante. scontro. nessuno sconto. qualcosa di nocivo infilato tra i denti. occhi punzecchiati da chele radioattive. cerco ispirazione in sogni stravaganti che ancora sciamano nella mia mente arroventata. fottuti trabocchetti preludio per l'insania? o invito alla perfezione?



Otto Blasi.

White Album. Beatles.

venerdì 10 agosto 2012

Quattrocento colpi e gesti lenti.

Amore mio il tempo appartiene ai privilegiati
la luna stanotte è piena d'acqua
osserva i nostri quattrocento colpi
un saluto dal treno
non ci rivedremo mai
scendi alla prossima stazione
e non ci incontreremo più
tutto è perduto stavolta
e io che mi ricordo e solo ti ricordo
come ti voglio ricordare
il tempo non è affar nostro
la luna piena d'acqua
ne piangerà il cielo
in quattrocento colpi
e gesti lenti
una rivoluzione stanchissima
amore mio
una rivoluzione stanchissima.


Faye Goddard.


Genua. Gustav.

giovedì 9 agosto 2012

In clandestinità. (lettera ad Alban Hila.)




Mio fratello dice che dovresti andare
Ma tu hai detto resto
E se ti prenderanno, ho detto io
Non mi prenderanno, hai detto tu
Non ho scelta
non posso più tornare in un posto cui non appartengo
Così ho capito che era meglio così
Che qui avremmo potuto proteggerti
Parlare con altri avvocati
Fare collette, non so
Qualcosa ci saremmo inventati
e  in ogni caso sarebbe stato meglio restare vigili sul campo
Che la distanza avrebbe frantumato ogni possibilità
Costruita in quindici anni
Non eravamo rimasti in molti
Ma era rimasta l’appartenenza
e chi c’era non ti avrebbe abbandonato mai
e magari sembrano solo chiacchiere
Ma non resta che l’amicizia
Mentre fumavamo come ciminiere tutti e due
Provando a riderne
Le mie battute stupide
Vuotando il congelatore di birre
Così pensai dobbiamo restare uniti
Provare a restare uniti
Non ci resta altro
Non abbiamo altro.


Faye Goddard.

Il suono di quella strana lingua con cui parli con tua madre. 

mercoledì 8 agosto 2012

L’ULTIMA PIETRA DI SOGNO DELL’EDIFICIO IMPOSSIBILE.




Sei stato la mia palestra d’ansie

senza te, ingrasso.



Ci siamo mai conosciuti davvero

nel nostro tempo di liti?

Eppure il tuo niente

per me fu tutto.



E dove potevo mai andare

se eri tu il mio luogo.

Ora fuggo dal ritrovarti

in posti sconosciuti.



Ma come Il Marinaio

continuo a sognare

una patria che non ho mai avuto.



                                                                                                        Cattina.

martedì 7 agosto 2012

Saluto ai supersonici.

Volevano coprire il pianeta di parole
di versi e di racconti
lasciarono imboccare di qualsiasi cosa i loro pensieri
e ascoltarono musica spesso
e si scambiarono titoli di film
come lettere d'amore tra adolescenti.
Dormirono a volte negli stessi letti
per difendersi dai fulmini
e accettarono la malinconia 
ovunque il loro sguardo si posasse.
Annegarono la noia delle piccole città
nelle bevute e nelle risate.
Si mantennero vicini anche nelle distanze siderali
e ingannarono la crisi poiché
non avendo mai avuto molto
togliergli qualcosa non fu più facile che togliere
il calore al sole
o la capacità alle nuvole di fare disegni.
Organizzarono viaggi ovunque ci fosse qualcuno disposto
ad ospitarli
e portarono la loro gentilezza in tutte le case
in cui gli fu permesso dormire.
Non cercarono mai di annegare
e di considerarsi parte di una generazione.
Sulle loro tombe da un foglietto, lessero:

1 Erano ragazzi

2 Erano solo dei ragazzi

3 Nessuno aveva tenuto conto che fossero solo dei ragazzi.


Faye Goddard.

Martellate da qualche parte come locomotive zoppe.



lunedì 6 agosto 2012

Punti distanti. Sciupare la città. Guardare l'acqua.

Nel caldo dissanguante
la città si sciupava
e tutti correvano verso l'acqua
mentre io restavo ad osservarla
spegnendo sigarette sul davanzale
coltivando molte distanze
senza allungare le mani
e se vuoi qualcosa te lo devi prendere, dicevi
ma io non volevo niente
e non sapevo cosa prendere mentre ti guardavo
allontanarti come molte foglie
attaccate a rami in cui non credono
tutte le malinconie delle mie piccole poesie
che mi tenevo cucite agli occhi
come arabeschi violenti
e in tutto ciò che scrivo
(ho annotato nel pomeriggio su un libro polacco di poesie)
c'è sempre un io e un tu
e sono due punti
e sono sempre molto distanti
perché è in quella distanza che io vedo chiaramente
persino le costellazioni più lontane
e un amico balcano mi suggeriva di buttarmi di più
in quella che è la vita
ma io
non sono convinto
di sapermi
fino a quel punto
violentarmi
e non corro verso l'acqua
e resto a guardarla.


Faye Goddard.

il rumore del caldo che fa rumore credimi.

NUVOLE DI TEMPO.






Mentre le nuvole di cotone

baciano il profilo delle colline

lungo la strada

dei graffi sui miei palmi

mi perdo a fissare la cupola del cielo

come fosse il tetto della mia memoria.



Vorrei svuotare le vene dai ricordi

per librarmi leggera in aria

ma in fondo sono già morta tempo fa.



il tempo

passa velocemente per me,

dovrebbe essere meglio.

Cattina.

Your Hand in mine. Explosions in the sky.

domenica 5 agosto 2012

I propositi di Faye Goddard per il prossimo autunno




Provare a fumare solo 20 sigarette al giorno
andare a dormire a orari decenti almeno 3 giorni su 7
mangiare cibo vero almeno 1 volta al giorno
chiamare mia madre almeno 2 volte al mese
non ubriacarmi 7 sere su 7
mettersi sulle tracce dei miei soldi
e capire dove vanno a finire
trovarmi 1 lavoro vero
trovarmi 1 ragazza sola e provare a fare in modo che tutto
non vada a puttane entro 3 settimane
volermi almeno un po' più bene
comprarmi 1 sciroppo per la tosse
riprendere a suonare con i Billy
provare a scrivere 5 canzoni nuove entro natale
almeno provarci
checcazzo
ultimare Salta Tutto e venderlo
salvare 1 amica dalla malinconia
e tirarmene fuori a mia volta
pulire la mia stanza almeno una volta a settimana
e non 1 volta ogni due mesi
leggere i Karamazov
o forse no
non lo so
organizzare reading al Mamamù
e non farmi cacciare dal Mamamù
comprarmi un ombrello
e ridere anche se piove e non c'è nessuno a farmi compagnia
non diventare molesto
e non diventare cattivo con chi non mi ha fatto niente
ma mi sta solo sul cazzo
se riesco a fare almeno la metà di queste cose
io sono convinto
che sopravviverò
non prometto
però ci provo.


La Peggiore Faye Goddard.


Eleanore. The Turtles.

sabato 4 agosto 2012

La rivoluzione in super 8

Rivoluzione è un accordo distorto, un lacrima che non può fare a meno di rigarti la faccia, un verso strambo, un abbraccio, un'esplosione di pensieri che all'improvviso vengono fuori, un formicolio all'inguine, Rivoluzione è amicizia in un'epoca dubbiosa e precaria, è bere fino a vomitare, è ricominciare da zero, è tutto quello che accade senza averne il controllo, è perdere il controllo, è una dichiarazione d'amore, è spostarsi da un posto all'altro, è un jeans vecchio di dieci anni, è presenza, Rivoluzione è follia in un mondo talmente folle da sembrare già vecchio. Rivoluzione siamo noi, insieme, deliranti e postmoderni...


Otto Blasi.

venerdì 3 agosto 2012

Vive la révolution.

Rivoluzione è una parola stupenda. Ha in se una carica di indipendenza, di freschezza, la rivoluzione non è una cosa per vecchi. Fare la rivoluzione significa operare un cambiamento radicale, è un colpo di mano, un girotondo, è partiamo stanotte solo noi e non torniamo mai più. E' arrecare una sofferenza particolarmente forte, essere molto felice.
La rivoluzione è un atto poetico e come la poesia la rivoluzione è ovunque, ovunque siamo capaci di vederla. 
Qando mi è stato chiesto se è possibile oggi operare una rivoluzione, la mia risposta è si, assolutamente. Come microevento personale essa ci accompagna costantemente e ci tramuta in guarriglieri impavidi.
Innamorarsi significa lasciar entrare qualcuno nella tua vita, dargli un ruolo, lasciarti cambiare, operare un cambio di prospettiva che non avevi considerato, far aderire parte dei tuoi progetti a quella nuova presenza è sempre un atto rivoluzionario che cambia radicalmente il tuo paesaggio mentale. Lasciarci arare dalle storie che ci raccontano, dai libri che leggiamo, che coinvolgendoci ci aprono di più gli occhi, e nascere è di per se un agente di cambiamento molto forte con un'incidenza enorme, nascere e far nascere è un atto così profondamente rivoluzionario che ha una portata enorme sulla propria vita e sulla vita di un sacco di persone.
Scegliere di essere presenti, niente a che vedere coi pugni chiusi e le braccia alzate, con le falangi e con i battaglioni, la rivoluzione siamo noi, che sorridiamo sempre e non ci facciamo abbattere mai del tutto, è una questione di principio, è una cosa stupida, uno sfizio che ti devi togliere, è quando dici lo so che non capisci ma credimi, devo farlo, e tutte le volte come i girasoli cambiamo lato come cambia il sole, perché questa è una cosa per noi, non è una cosa per quando saremo vecchi.


Faye Goddard.


Y Control. Y.Y.Yeahs.

giovedì 2 agosto 2012

Gli anni che passano.

Io non ritornerò mai
cercami nella malinconia
quando un cielo diverso
quando il sole sarà verso il tramonto
e ti abiterà tutta la malinconia
saprai che non tornerò mai
e forse una piccola lacrima
che scorre senza motivo
ti riporterà in quell'angolo della casa
che dividevamo
e dove scrivevo
e dove non ritornerò mai
e se un giorno io sarò solo
come disse qualcuno a proposito di Jack La Motta
così disperatamente solo
io vorrei essere bello come lui
e danzare
e vorrei che ci si vedesse la neve
anche se non c'è
io non ce la metterò
ma tu
ce la vedrai
la neve.


Faye Goddard.

Il nonno è un bastardo.

Scopare non è un invito per una cena a base di erbe diuretiche ma è l’apice della gioia. Bisogna guardarsi intorno, rendersi conto che intorno a te non esiste il mondo sopra un palmo ma un palmo attaccato al suo corpo. Un corollario di eccitazione che fa da collante tra te e il suo corpo. La gerarchia delle posizioni è un girotondo per bambini, una miscela di ansimi e sudore, un purgatorio per il paradiso. Una zattera in fiamme, l’ecstasy notturna nella grande pineta. È linfa che ribolle dentro le tue vene, sorriso dolce e passione che funge come coperta di due corpi che si trasformano in ribelli, in antipolitici e rivoluzionari del mondo moderno. Non sentire vergogna e paura, non sentirti oppresso, già il padrone lo fa tutti i giorni con costanza e violenza. Siamo sempre dei cuccioli docili. Ci svegliamo la mattina e la nostra vita prende il volo come fosse un codice stradale da rispettare. Valori, santi, consumo e coca cola. Devi rispettare, sei un codice a barre, hai un numero stampato dietro, sei un binomio elettronico. A letto puoi uscire, non sentirti precario, bastonato,inutile, misero con il marchio del fallito, senza rimorsi e rimpianti, nessuna dominazione, niente sbarre per evadere, non sei crivellato dalla pubblicità: sei tu. Sei il detonatore delle tue emozioni, il tuono dell’uragano per lei, la teoria della relatività in persona. Sei tutto. La mano sul collo, mentre premi forte e spingi con voglia per entrare dentro di lei, è un meccanismo ad incastro, un lego da finire. Non esitare a scoprirle. Lei è tutto e tu sei il suo piacere, la sua galassia, la megalomania egocentrica del primo mattino, l’orgoglio incondizionato delle tue certezze, solo lei. E la discussione andava avanti, mentre il nonno si preparava la sigaretta di tabacco. Ad un certo punto si alzò, mise le mani in tasca, prese una carta da 50 euro e disse, e ora vai in farmacia a prendermi le pillole, quelle blu, che la ragazza delle pulizie sta per arrivare...

Shpati.


mercoledì 1 agosto 2012

Ora d'Aria.




Eccomi
seduto nel ventre
oscuro
della Poesia
a dirmi che tutto
è intricato,
come un intestino
vomitato
sull’asfalto,
e mi scaglio
contro
sogni
irraggiungibili,
contro
amori
irripetibili,
contro
il sole
che ci cucina
alla brace,
la mia voce
è un lamento
( mordace )
sofferto,
e aspetto
qualcosa
che mi faccia
da guida,
una sponda,
una teoria sconosciuta,
un’esplosione di note
che m’indichi
la strada,
un balletto
di emozioni
anarchiche
che nel vuoto puerile
di queste ore silenti
possa spingermi
fuori.
ora.
d’aria.
pura.
risorgi.
ora.
dalla cenere.


Otto Blasi.

Anarchia. Ritmo Tribale.