giovedì 9 agosto 2012

In clandestinità. (lettera ad Alban Hila.)




Mio fratello dice che dovresti andare
Ma tu hai detto resto
E se ti prenderanno, ho detto io
Non mi prenderanno, hai detto tu
Non ho scelta
non posso più tornare in un posto cui non appartengo
Così ho capito che era meglio così
Che qui avremmo potuto proteggerti
Parlare con altri avvocati
Fare collette, non so
Qualcosa ci saremmo inventati
e  in ogni caso sarebbe stato meglio restare vigili sul campo
Che la distanza avrebbe frantumato ogni possibilità
Costruita in quindici anni
Non eravamo rimasti in molti
Ma era rimasta l’appartenenza
e chi c’era non ti avrebbe abbandonato mai
e magari sembrano solo chiacchiere
Ma non resta che l’amicizia
Mentre fumavamo come ciminiere tutti e due
Provando a riderne
Le mie battute stupide
Vuotando il congelatore di birre
Così pensai dobbiamo restare uniti
Provare a restare uniti
Non ci resta altro
Non abbiamo altro.


Faye Goddard.

Il suono di quella strana lingua con cui parli con tua madre. 

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