venerdì 19 ottobre 2012

Non capirò mai chi viene dalle montagne, è più forte di me, ncia facc...

Tutte le persone che vengono dalle montagne, quelli che ho conosciuto io, non vedevano l'ora di ritornarci. Soffrivano la distanza dai loro piccoli paesi arroccati da qualche parte, posti in cui non ci sta niente e io non ho mai capito tutta la loro nostalgia. Scendevano nelle città vicine per studiare o per fare qualcosa che ovviamente non potevano fare nei loro paesi, ma appena avevano un secondo ci tornavano e soffrivano la distanza come cani abbandonati.
Che poi ci sta sempre quello che dice "fanno bene, e vedi tu... là si sta bene..."
"ma bene a fare che? Il formaggio? Ma levt a miez..."
Noi, forse perché si veniva dalla pianura, non lo so, però ce ne siamo scappati con la stessa velocità con cui quel pazzo di Baumgartner si era fiondato sulla terra.
Scappavamo dal paese a tremila chilometri orari, come una fionda e col cazzo che ci volevamo tornare, ci dovevano venire a prendere le camionette.
I nostri genitori imploravano al telefono la nostra presenza che tutte le volte accettavano con una gratitudine pari alla pioggia per gli africani, era na cosa rara vederci a tavola la domenica, benediciamo il pane, facciamo na preghiera, è tornato.
Così la prima domanda che ti facevano non è mai stata come stai, ma quando te ne vai?
E quando tu dicevi domani o addirittura stasera, facevano sempre la faccia
Anna Magnani in mamma Roma.

Continua...

Faye Goddard.


Eddie Vedder, qualcosa non so cosa...

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