giovedì 4 aprile 2013

Suicidi Squisiti N°12. (Trans-finale.)



Viveva in un dualismo perpetuo
succube di una doppia personalità:
la più forte si era stancata di vivere.




Tienimi stretto
non abbandonarmi, anche se sei qui
costretta a restare
resta per davvero e non per assenza di scelta.
Abbiamo provato ad essere innamorati di quello che siamo
ma non ci siamo riusciti
ed è impossibile tenersi per mano quando sai che non ti puoi allontanare, senza poter scoprire quanta tenerezza si nasconde anche solo nella distanza.
Noi siamo due e io sono solo.
Qual è il posto che potresti trovare se sei un uomo e una donna in un corpo solo. È troppo facile pensarmi come uno che non si accetta, un uomo mancato, un uomo sbagliato, una mezza femmina, una donna che solo vuole emergere, una patologia, un’anomalia contro natura, come se io fossi stato creato in laboratorio, come se un grembo materno non mi abbia, per nove mesi, tenuto al caldo.
Non sono il figlio maschio che mio padre avrebbe voluto e nemmeno l’omosessuale che avrebbe potuto accettare.
Vorrei solo amare un uomo, avere un compagno, ma non ho potuto far tacere quella parte che voleva davvero essere sua moglie.
Osservare queste mani che sempre diranno cosa sono, potrei cambiare ogni singola parte del mio corpo ma queste mani diranno sempre chi sono e da dove vengo, la matrice di un prodotto etichettato come guasto, venduto sottocosto per chi avrebbe anche solo il coraggio di provare.
Sono la perversione di qualcuno
la serata brava
il segreto inconfessabile
la frivolezza
il pepe sul vostro rapporto soffocato dall’abitudine
sono il rischio che qualcuno vi scopra
e il motivo per cui secondo voi vi piace il cazzo ma non siete gay
io sono il patto con voi stessi
il venirvi incontro.
Arriva il momento in cui tutto è insopportabile e lei non ne può più. Dei due è sempre stata la più forte, è stata lei a spingermi su quel lettino, a dirmi che sarebbe andato tutto bene e a spendere tutti i nostri soldi. Di me resta perlopiù quella parte su cui verte ogni vostro interrogativo. Non accetterà mai di aver fallito. Non mi sente e io non parlo. Gli allarmi sono scattati e non posso scappare da questo incendio. Ha già assunto abbastanza veleno per tutti e due. È come se volesse proteggere suo figlio da questo mondo che non ci capirebbe mai. Vorrei solo che mi fotografaste e che ci fosse una canzone adatta, vorrei solo che questo fosse un momento da ricordare.

Aldo Consoli.

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