domenica 24 giugno 2012

Specie Continental.

Siamo saliti sul tetto di un albergo di lusso e li abbiamo presi tutti per il culo
la gente bene, molti dei quali non erano neanche tanto per bene.
La lesbica attempata, ubriaca
vestita da Indiana Jones
che ballava che il giorno dopo la sciatica glielo avrebbe ricordato
che ci provava con la grossa Mama africana
provando a farle sentire un pacco che non aveva.
Il vecchio con gli occhi fissi nelle scollature delle signorine
che non diceva una parola e nemmeno si nascondeva
gli uomini in codino e quelli che dormivano alle nostre spalle
i metallari che pogavano a prescindere
e io e te e la nostra posizione privilegiata
vestiti con magliette non da sera
che sembravamo i figli discoli di qualcuno e ridevamo di tutti
e pareva che fossimo gli unici giovani sul serio
mentre ci guardavano perché li facevamo sentire vecchi.
Il chitarrista che usava la parola specie in maniera alquanto inappropriata
elemosinando diritti di cittadinanza per una cantante abbastanza famosa
che forse non conosceva nemmeno di persona.
E poi le animatrici dai dubbi gusti musicali, le scordinate a bordo vasca
la piscina in cui dicesti non mi farò mai il bagno
i dischetti per entrare, i cocktail molto costosi
e noi che insieme rendevamo divertente quasiasi cosa
come tramutare le zucche in carrozze.
Poi siamo andati via e abbiamo conosciuto i maestri di hoola hop
e ci è venuta voglia di andare a vedere
di andare a Brlino lo stesso, anche se a Toronto erano crollate le luci
per vedere cos'era sta storia di vivere
insegnando a far volare un cerchio di plastica.
Ho preso a pugni i piedi della fatina e scoperto i pochi anni di un ragazzo
che sembrava averne molti di più.
Alla fine è arrivata l'alba e anche quella
non mi ha fatto specie per niente.

Faye Goddard.

I gabbiani.  
   

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