Faceva il
corriere,
la benzina era
aumentata troppo
negli ultimi
tempi
quel giorno su
una curva che si affacciava
su di una
scarpata
andò dritto:
colpa delle
accise… dissero i parenti.
Faceva il corriere da
un anno e mezzo circa. Non gli era mai dispiaciuto troppo, in fondo era meglio
che dover indossare una divisa, o stare rinchiuso in un ufficio come un pollo
da batteria. Ma negli ultimi tempi era diventato sempre più difficile, il
furgoncino era vecchio, sbandava e il costo della benzina si era fatto
insopportabile.
E poi la sua vera
vocazione erano sempre stati i film porno. Voleva fare l’attore. Ci si sentiva
portato, sapeva di averne il talento e gli strumenti. Faceva palestra, si
teneva pronto. Sarebbe stato bello fare i soldi con una cosa che gli piaceva
fare anche gratis, sarebbe stato come fare il calciatore o il giocatore di
poker professionista.
Quando guidava il
furgone, in quelle interminabili giornate, si faceva coraggio immaginando film
a tema in cui avrebbe potuto recitare.
CAZZI A DOMICILIO
IL POSTINO VIENE SEMPRE
DUE VOLTE
NON APRIRE QUELLA
PATTA…
O anche altri, non necessariamente sul tema
delle consegne. Ne aveva nella testa uno a tema podistico: CORRI FIGA CORRI!
Era la storia di una
maratoneta e del suo allenatore. Lui sarebbe stato l’allenatore…
Ne aveva un mucchio di
storie nella testa che quasi se li sarebbe potuto girare da solo. Sarebbe stato
il nuovo Rocco Siffredi e per sancire in maniera netta il cambio di testimone
avrebbe girato una scena in cui tirando fuori il cazzo davanti all’attrice in
ginocchio questa avrebbe detto: “ma sei Rocco?”
E lui “don’t call me
Rocco!” E le avrebbe spinto il pene in bocca con grande prepotenza. Gli
sembrava ironica, persino Rocco ne avrebbe riso.
Aveva molte ragazze ma
nessuna fissa. Non era certo una cosa che si poteva permettere, doveva fare
pratica, tenersi in allenamento, la sua era una missione, o almeno così la
vedeva lui, una missione. Sarebbe stato da egoisti negare tanta grazia a ogni
donna che ne avesse voluto per dedicarsi ad una figa sola. E poi non ci sarebbe
mai riuscito. Le donne gli piacevano troppo, non sarebbe mai potuto essere un
compagno fedele.
Però una settimana
prima aveva ricevuto questa notizia. Una delle sue partner più assidue
sosteneva di avere un ritardo. Naturalmente escludeva nella maniera più
assoluta che fosse colpa sua, ogni scopata per lui era come stare in un film e
non si è mai visto un film porno in cui l’uomo all’ultimo non si tolga per
venirle in faccia e in bocca. Nemmeno lo metteva tutto dentro, lo schizzo si
doveva vedere e checcazzo.
Ma lei aveva insistito e anche se era sicuro
la cosa lo aveva messo di cattivo umore. Aveva trentacinque anni, avere un
bambino era fuori discussione, non sarebbe mai più stato un porno attore. Si
sarebbe bruciato, completamente. Così aveva cominciato a pensare che era giunto
il momento di darsi una sveglia, basta guidare quel cazzo di furgoncino, doveva
buttarsi, fare un provino, chiamare qualcuno. Era pronto e non avrebbe fallito.
Mentre attraversava una
stradina di montagna rinvigorito da questi propositi si sentì contento, era
l’ultima consegna della giornata, poi sarebbe corso a casa e si sarebbe messo a
cercare un’agenzia su internet.
Il solo pensiero glielo
fece venire duro e come altre volte aveva fatto aveva preso i fazzolettini sul
cruscotto e ne tirò fuori uno per stenderselo sulla pancia. Poi si aprì la
lampo e con calma liberò il pene nell’abitacolo. Era sempre felice di
constatare che fosse lungo quanto la leva del cambio, e che gli sbattesse sullo
sterzo quasi a impedirgli di fare le manovre. Era stato proprio fortunato. Gli
voleva bene al suo pisello, ci parlava e se lo coccolava. Era la sua piccola
miniera d’oro.
Ci fece colare sopra un
po’ di saliva e cominciò a massaggiarlo con un leggero movimento rotatorio.
Prima piano e poi più veloce. Si figurava nella testa due o tre donne alla
volta che se lo palleggiavano felici.
Affrontava i tornanti
di montagna mentre s’immaginava un bel culo con l’ano lubrificato ad arte che
lo attendeva, una donna a pecora che invocava di essere sfondata. Mentre ci
pensava guidava, e mentre guidava se lo massaggiava. Quando raggiunse l’orgasmo
uno schizzo inaspettato superò il perimetro del fazzoletto e mentre abbassava
il mento per vedere, una pecora vera, o per essere più precisi una capra di
montagna spuntò all’improvviso da un cespuglio. E fu così che il corriere che
veniva sempre due volte, venne una volta sola, per l’ultima volta.
Aldo Consoli.
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