lunedì 12 dicembre 2011

malati

Quando impari a riconoscerli capisci che in giro ci sono un sacco di persone piene di problemi. Non è una cosa di cui allarmarsi, anzi è di conforto. Non è che chi vi parla ne sia immune, nemmeno se lo immagina di esserlo. In generale non le chiamerei proprio patologie, idiosincrasie forse, abitudini, come il buon Burroughs soleva definire la sua cronica dipendenza dalle droghe.  Queste persone non sono veramente malate, ma hanno qualcosa di malato. I silenziofobici, i verbalitici, quelli che non parlano mai, i timidissimi, i fobici in genere, quelli fissati con le malattie, che se solo dici la parola cancro cambiano spressione, cominciano a deglutire male, gli manca l'aria. Quelli che se c'è uno zingaro nel treno cambiano scompartimento. I consumatori compulsivi di nicotina, di zucchero, quelli che si convincono che senza una determinata sostanza vivono peggio, i Supradynici, i vitaminofili, che se si accorgono che è finito lo yogurt escono a mezzanotte in cerca del pakistano aperto altrimenti poi domani come fanno, quelli che non mangiano nessun tipo di condimento, quelli che hanno sempre caldo, che stanno con la maglietta anche se fuori c'è meno due, o quelli con i guanti e il cappello anche ad agosto. Per alcuni queste piccole strenezze diventano un elemento di caratterizzazione, una parte significativa della loro personalità, come quando dici come Claudio chi? Quello che in piazza a natale stava a maniche corte... Ti ricordi Maria, merda se fumava...
Poi ci sono gli ansiosi, i sempre stanchi, quelli che bevono o fumano erba per vincersi o quelli che non bevono e non fumano per paura di sentirsi male, gli allergici all'aria, i fitnessomani, e quelli che lo sport non lo fanno mai che poi si ammalano, quelli che si fidanzano con il primo che passa e si convincono d'amarlo alla follìa perché non sanno stare da soli, e quelli che non si innamorano mai per paura di soffrire che appena sentono una piccola farfalla nello stomaco scappano a ucciderla e vivono di rimpianti, chi i rimpianti li cerca proprio per potersi lamentare e quelli che non sanno mai dire di no, per puara di perdersi chissà che cosa, quelli che si conservano e quelli che si bruciano in frettissima,
quelli che non indossano mai gli stessi vestiti due volte a lavoro, gli idrofobi e quelli che se danno la mano a qualcuno poi corrono a lavarsi.
Molte di queste persone le vedo tutti i giorni, io viaggio spesso e li incrocio, sono parte di loro, come dei virus che non ammalano ma si ammalano, ci aggiriamo e ci riconosciamo.

Faye Goddard.

Nessun commento:

Posta un commento