Camminavi sotto la pioggia con gli occhiali da sole, sperando che ti fossero lavati gli sguardi
mi hanno detto che hai smesso di guardare quelle stelle che pregavi col sorriso
e ti ho già chiesto scusa senza colpa, come le ferrovie, per i miei continui ritardi
e se ho lasciato le tue mani quando sognavo solo di scrivere su ogni cosa
a prescindere da me
io che volevo essere la polvere che tiene compagnia a quelle cose remote che un poeta meglio di me indicò come stanche d'esistere.
Ci siamo sparse per il mondo restando unite come le forze Sioniste, mentre cercavo di trovare a tante cose troppi nomi, senza saperti trattenere.
Mi piace pensare che nulla è cambiato e illudermi fragile che non c'è stato fiato fino a questa vita che sia andato sprecato.
Faye.
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