giovedì 8 dicembre 2011

Meccaniche

cercherai di capire il modo
se c'è un altro modo
e le sveglie alle sei di mattina io sola sulla strada e nemmeno i cani
gli autobus stanchi
le cene del giorno prima
troveremo un modo, dicevi, um modo per tornare ragazzi almeno nelle intenzioni
un modo non troppo invasivo
e parlare seduti su un muretto senza dover fare niente di eccezionale
voler partire per Berlino oppure stare fermi
così fermi che le cose imparino a succedere per noi
e poi ti scrissi sul parabrezza della macchina
cerca almeno di non chiamarmi
ma tu non volesti ascoltare
e adesso siamo stritolati nella stessa morsa e io che cercavo solo di salvarti la vita
ma non capivi e pensavi che avevo smesso di amarti
come se fosse possibile smettere di pensare a qualcuno che per tanto tempo si è pensato
e adesso è un pensiero diverso certo, ma ogni tanto ti attraversa la mente
quanto meno per chiedersi che fine hanno fatto tutti
in lontananza le sirene della polizia
i profumi di caldarroste
le lavatrici a gettoni dei pakistani di Londra
mentre aspetti la fine del mese
o mentre qualcuno ti porta a lavoro.

Faye.

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