martedì 20 marzo 2012

Droga. Paranoia. Viaggi sulla Luna.

Faceva tenerezza come il viaggio di Melies sulla Luna, con i suoi libri di fantascienza verosimile. Mi piaceva pensare di essere così avanti che se mi voltavo a guardare indietro potevo vedere il futuro, ed era una cosa che dicevo, un'espressione che usavo.
Non mi fido di te, disse e io che mi scoprivo a capirlo; nemmeno io mi sarei fidato, soprattutto di me, ma dovetti cercare di rassicurarlo, di provare a dissimulare le mie stesse preoccupazioni.
Era vittima di una certa non specificata fobia che lo costringeva in casa. La droga gli aveva lasciato in dote una certa paranoia.
Era cresciuta da quando aveva smesso di farsi.
Un tossico gli disse che un vero tossico non smette, sospende. Queste parole lo tormentavano ancora. Diceva che il corpo ancora adesso gli si stringeva addosso, non era questione di astinenza, era più come stare in profondità, in una gara d'immersione e non poter tornare su, senza corda, a dire il vero, che si potesse tirare affinché qualcuno incaricato di farlo potesse salvarlo.
Si rifiutava di entrare in analisi, non è una soluzione, disse.
Stava cercando di risolvere dentro se stesso, una delle cose da fare pare fosse dimenticare, pare fosse fare pace col passato, accettare che le cose sono come smettono di essere, accettare la morte  delle esperienze, del ruolo delle persone amate e provare ad apprezzare la ricchezza che infondo ci offre una cosa come questa, perché ci abitua o dovrebbe quantomeno palestrarci alla fine quella vera, la fine di tutto, la fine punto e basta.
Per adesso c'era che non voleva uscire dal suo mondo e che non voleva fidarsi di me. Si era costruito delle barricate per non affrontare il male, convincendosi che non stare troppo male era come stare bene, in quella vita, la sua vita che non era una vita, anche se infondo chi può veramente sapere come si vive e che cosa sia respirare finalizzandolo a qualcosa che non sia il semplice esercizio aerobico. Lui per adesso provava a chiamarla felicità, e infondo aveva ragione lui.

Faye Goddard.

Non c'è due senza te, pezzi vari. Dente.  

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