giovedì 29 marzo 2012

Für Tamburino.


Non riesco a pensare all’idea che torno e non ci sei
alla fine del disastro nella mia stanza
alla tua senza quella gabbia assurda
vuota, vicino al letto, di cui avresti voluto fare una lampada
tu che non hai mai fatto una lampada in vita tua
e ci scommetto che nemmeno stavolta ce la farai.
Cercherò la tua valigia rossa aperta come una bancarella
che non posso aprire l’armadio
cercherò cibo nel mio letto
e i peperoni lasciati nel forno a marcire
non ci saranno più infusi a pendere dalle tazze ricolme
che come dei segnali avevamo imparato a leggere
per sapere dov’eri, se c’eri oppure no.
Ci siamo presi in giro un sacco ed era il nostro modo per dirci
che ci vogliamo bene.
Ti ho conosciuta per prima in questa mia nuova vita
quel pomeriggio molto caldo in cui avevo acceso per errore i termosifoni
e ho ricominciato a muovermi tra le macerie fiutando la nostra amicizia
adesso che te ne vai sembrano passate undici vite
in un tempo passato troppo in fretta
noi tre come un vento insistente
come i tre triangoli che incastrati fanno il cerchio
come le lauree del Trivial
come il simbolo dell’atomica
parleremo sempre di te
con nostalgia, sorridendo
e tanti ricordi
lasceremo ancora un po’ del cibo sotto il letto di Marta
così ci sembrerà che ancora un po’
ci sei.

Faye Goddard.


Quando tornerai dall'estero. Le luci della centrale elettrica.

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