Lo
potevi vedere li, nell’angolo più scuro dell’ultimo locale, tra birre
ormai vuote e le piene ancora da arrivare. Lo potevi ascoltare, nei
respiri tra avide sorsate, parlare di donne, vita ed arte, all’ultimo
degli arrivati, a te, a nessuno. Era li per il fatto di esserci, perché
doveva esserci e ne avevi bisogno tu ed il mondo. Era li perché li ti
aspettavi di trovarlo, a sorriderti e chiederti di sedere accanto a lui.
Tu l’avevi creato anni fa, da una costola di te, chiamato ad
interpretare un ruolo che non avresti mai avuto il coraggio di
interpretare. Ed ora era li a vivere la maledizione beata che gli avevi
cucito addosso e tu che restavi ad ascoltare le tue parole dalle sue
labbra.
Gli
ascoltavi pensieri sulla brevità della vita, sulla fobia della
vecchiaia e storie, tutte quelle che aveva da raccontarti. Ed erano
tante o forse una che le racchiudeva tutte. Lo ascoltavi ritrarre visi
di donne, tutte quelle che aveva amato, che avresti voluto amare, e
paesaggi, tutti quelli che aveva scoperto, che avresti voluto scoprire.
Lo vedevi ballare e cercare tra i passi incerti e scomposti le orme
della gioventù intorno a lui, troppo veloce,troppo leggera! E lui lo
sapeva, a lei aggrappato, con un sorriso a forma di uncino.
Tanerc.
Hold on. Tom Waits.
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