martedì 24 aprile 2012

Dire Faye e non capire troppo bene.

"Dovrai rassegnarti a pensare a lei come a una persona creativa,
con le sue indolenze, le sue carenze e le sue esplosività" disse Marco.
Come sempre accadeva i ritorni di Faye Goddard suscitavano dibattiti, non solo al telegiornale.
Ci sono volte in cui voler bene a una persona non ti permette di accettarla per quella che è.
Lo stesso sentimento che prova talvolta il padre per il figlio.
Non si riesce a capire quanto sia impossibile proteggere qualcuno dalle sue inclinazioni naturali, a prescindere da quanto queste siano votate al massacro.
Si avrebbe voglia di legare le persone a se, di tenerle a tiro.
"Cosa provi per Faye?" chiese poi, guardandomi non proprio dritto in faccia, ma di sfuggita, come quando si brinda e l'insicuro guarda la bevanda perché non finisca rovesciata addosso all'altra persona.
Dal canto mio non mi riuscì di rispondere.
Cosa avrei potuto dire?
L'avevo amata, negarlo sarebbe stato quantomeno stupido,
era una cosa nota agli amici,
ma adesso mi pareva che tutto fosse cambiato,
era finito il tempo dei viaggi folli a rincorrerla per il mondo,
adesso tutto si era fatto confuso e contrastante.
Eppure non c'era mai stato odio,
solo indifferenza in alcuni casi,
e forse sentivo per questo di non averla, sul serio, amata mai
mai che non fosse solo per me
per stare meglio io.

Su Faye Goddard.

 Wow. Verdena. Pezzi sparsi.

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