domenica 29 aprile 2012

Tu e Bill.

Lui era te come non avresti mai saputo essere, non avresti mai trovato il coraggio di poter essere, era una parte di te, quella più forte perché soppressa, una fiera in gabbia che addenta sbarre ogni giorno più dure,  quanto più intensa è questa terrificante, pacata rassegnazione. Provavi a leggere la sua vita come un mosaico troppo da vicino e quello che distinguevi erano solo le singole, infinite, meravigliose tessere, i suoi racconti. La sua vita ti sembrava allora una somma di vite, ognuna di esse breve quanto un respiro, fino a quello che sarebbe stato, alla fine di tutto, l’ultimo. Nel freddo della sua ombra avresti condannato l’arroganza con la quale credevi di poter ridurre la vita ad una ed una sola via, mentre ognuno dei tuoi attimi ed atomi, vissuti e pesanti, ti sarebbe sembrato inutile, quanto il calore alla neve.  Poi ti saresti accasciato tra i resti delle tue certezze, cercando di comporre un’unica, ultima speranza, una rivoluzione! Ma il fuoco dell’ispirazione  è fuoco di paglia ed i tuoi passi già lasciavano orme su una sottile coltre di cenere. Presto questa avrebbe ricoperto ogni cosa e tu dimenticato come distinguere i colori dai grigi. Un copione già scritto. La differenza tra te e lui: per te quella notti in cui vi incontravate sarebbero finite al mattino, per lui… lui non riuscivi ad immaginarlo al di la di quelle notti. 

Tanerc

J.S. Bach, english suite n.1, sarabande.

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