lunedì 20 febbraio 2012

Castelli. mare. Conoscere la strada.

Eravamo tra le macerie di un castello quando mi hai detto andiamo al mare
nonostante le minacce di pioggia
il tempo che cambiava a ogni curva
la spiaggia desolata
tu che mi parlavi della tua vita a Ratisbona mentre raccoglievi le conchiglie
e m'impedivi di spegnere le sigarette sul bagnasciuga
mi parlavi del coraggio di tua madre
che molto giovane decise di tenerti
le corse nel carnevale per prendere il treno senza biglietto
le gocce del desiderio
e poi io e te nel mio letto piccolo come una culla
è bello adesso sapere che ci sei
che mi tieni la mano
che sei lì quando ho smesso di suonare
e venirti a cercare dopo il concerto è stato come sapere dove andare
conosco la strada e mi sento tranquillo
e poi i piccoli addii alle sei del mattino
ognuno al suo lavoro
e i nostri ci vediamo domenica
e in mezzo la promessa di scriverti da Barcellona
la morte che mi metteva di cattivo umore
e la voglia di fare qualcosa per le persone che ami
e strapparmi dalle tue braccia si fa sempre più pesante
un peso piacevole
molto piacevole
sul serio.

Faye Goddard.

Una guerra fredda. Le luci della centrale elettrica. 

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