domenica 13 maggio 2012

Impreparati.



E a volte invece spariva, ma prima aveva cura di farti una domanda che lasciava li con te.  Una di quelle domande, semplici abbastanza da non avere risposta. Ma tu eri sicuro che lui ce l’aveva una risposta e dovevi scoprirla anche tu, perché allora tutto ti sarebbe stato chiaro, come a lui! A volte credevi persino di averla trovata e allora gliela servivi la notte o una vita dopo. Ma solo un sorriso, il suo, questo avresti trovato. Ti guardava , come se nemmeno fosse stato lui a fartela la domanda. Avevi sbagliato! E mai una volta che qualcuno avesse pensato il contrario. Mai una volta che qualcuno avesse pensato che forse neanche Bill ce l’aveva una risposta. No, lui ce l’aveva, perché era Bill e non eri tu. Poi ti capitava di risentirle quelle domande, tempo dopo, quando era la vita a fartele ed erano tante da confondersi tra loro, da sembrarne una sola.  Quel giorno il prete ci chiese chi era Bill per noi. Se eravamo stanchi di cercarla, gli rispondemmo, Bill era la risposta, lui, che le domande ce le aveva fatte prima della vita. Questo gli rispondemmo. Ma non capì.

Tanerc

C. Debussy, Feux d’artifice.

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