Gli chiesi della matematica. Perchè aveva iniziato a
studiarla. Lui mi parlò di quando era bambino e in paese cominciarono a cadere
le bombe. Mi disse che avrebbe fatto qualsiasi cosa per fermarle, perché la
sorella piangeva. Mi disse che la gente pregava ma che secondo lui dio non
c’entrava molto in quella storia perché quelle bombe le vide cadere anche sulla
chiesa. Per un bambino poi si sa nulla accade per caso. Il caso non lo si
riesce nemmeno a concepire da bambini, perché tutto ha una ragione ed io
iniziai a cercarla. Perché mia sorella piangeva. Da adulti è diverso e
sono pochi quelli che ancora la cercano una ragione, delle cose, della guerra.
Mi disse. Quel soldato americano gli urlò di gettarsi nella buca perché una
bomba non cade mai due volte nello stesso punto. Ed era vero. Eppure in quella
buca sembrava l’unico a domandarsi perché. Perché due bombe non cadono mai
nello stesso punto? Lo chiese a sua madre che magari gli avrebbe raccontato una
bella storia, come quando le chiedeva perché il padre non tornava, ma la madre
stringendolo al petto, gli disse di non avere paura e che presto sarebbe
finita. Ma io non avevo paura, mi disse, volevo solo sapere perché. Perchè le
bombe non cadono mai nello stesso punto. Lo chiese persino al soldato ma quello
gli spiegò che era una delle prime cose che ti insegnano al fronte, che le
bombe più pericolose sono le prime, perché con quelle ancora non ne hai di
buche, ma di più non aggiunse. Mi sembrava che se avessi capito questa cosa,
avrei capito anche perché le lucciole arrivavano sempre a maggio, le formiche
andavano in fila, quel rumore quando l’acqua si asciuga d’estate, sul cemento…
Presi l’abitudine di guardare in alto quando arrivavano quegli aerei e contavo.
Quanti aeri, quante bombe riuscivano a sganciare, quanti secondi tra la sirena
e la prima esplosione. Contavo perché mi piacevano i numeri e mi erano sempre
piaciuti perché erano semplici. Non come quelle lezioni di storia, di guerre,
come se non bastasse quella di guerra. Mi piacevano i numeri perché non
parlavano di guerra, perché non sbagliavano e se c’era una ragione per
cui quelle bombe non cadevano mai nello stesso posto, se c’era una ragione per
cui quelle bombe cadevano, allora l’unico modo per scoprirla erano i numeri. Mi
disse.
-professore ha studiato matematica per scoprire perché
le bombe non cadono mai nello stesso punto?
-no, ho studiato matematica perché per quanti
sforzi provai a fare in seguito, la guerra non riuscii mai a capirla.
-e nella matematica non si parla di guerra
-mai, di nulla.
Tanerc
Nessun commento:
Posta un commento