domenica 29 gennaio 2012

Capire quando un fiore contorcendosi ti assomiglia.

Le notti e gli alberghi, la voglia di non svegliarsi mai se non per continuare a bere, allontanare le ragazze che si offrivano al poeta reso innocuo dalla vita perduta 
lasciar entrare l’amico Lowry, con un vascello in bottiglia stretto tra le mani
l’amico Lowry che poteva capire, che scoprì solo dopo averlo così tanto desiderato e avuto che non sarebbe mai dovuto diventare famoso. 
Non si trattava solo di essere amici, in quelle notti in cui gli alberghi diventavano il covo degli incubi, si trattava di riuscire a capire o soltanto di saper tacere.
Dopo certe quantità si beve insieme come insieme si va al cinema, le luci si spengono e ognuno è da solo con quello che vede e riesce a capire.
C’era stata anche la guerra, Londra distrutta dai bombardamenti, La Cerimonia e soprattutto quel bambino, il corpo orbato e la cenere nel piccolo cranio. Dopo la prima morte non ne esiste un’altra. Ma nella mia testa risuona soltanto La forza che attraverso la verde miccia sospinge il fiore… E io sono muto per dire alla rosa contorta
Come la mia giovinezza è piegata da identica febbre invernale…
Forse perché i piccoli drammi e non le grandi guerre io ho sempre cercato nella poesia
forse perché parlare d’amore per me è stato sempre l’unico modo per parlare d’altro e d’altro fingevo di parlare tutte le volte che le parlai d’amore.
Non posso non pensare a quella fiamma di cherosene che l’avvolse, che lo portò al reparto per ustionati, l’uomo che aveva ingurgitato diciotto whisky in una sera, e pinte e pinte di birra per accompagnare, che si era ucciso affogando da dentro, continuando seppur a fatica a respirare. Nessuno sapeva cosa fare di quel corpo innocuo che si contorceva nel delirio, mentre invocava Caitlin e i suoi figli, e tutto ciò che stava per lasciare
era il 1953, “lo scrittore rivoltante da tre aggettivi per un penny” che rotolava la lingua nel silvestre linguaggio e in ciò che si riusciva a vedere nel tuffo panico, se sei nato e cresciuto nel Galles profondo ciò che diventi abituato a fare è ascoltare le foglie, bere dalle colline e capire quando un fiore contorcendosi ti assomiglia.

Faye Goddard.

Il suono di certe parole, nella testa. (Riflessioni su Dylan Thomas.)

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