martedì 17 gennaio 2012

Tori per le corna. quattro mani per il coraggio.

Una volta Faye Goddard mi disse che per fare della propria vita un romanzo bisogna saper afferrare i tori per le corna e avere quattro mani per prendere il coraggio
"ci sono decisioni che non si possono delegare o aspettare che sia il tempo a prendere per noi."
Era difficile non sentirsi coinvolti dalla sua convinzione. La sua fede da fondamentalista nella riuscita sapeva di escatologico, era quasi contagiosa.
Le si riconosceva facilmente il talento.
Qualunque cosa, o situazione, anche banale, assumeva sfumature poetiche. Ridisegnava scrivendo, o semplicemente parlando, talvolta pareva solo una questione di toni, di suoni.
Uno dei motivi che mi spingeva a starle accanto era che sapevi che un giorno qualcuno sarebbe venuto a chiederti di raccontargli di lei, di ricordare cose fatte insieme. Ci sarebbero state biografie e mostre fotografiche e tu volevi essere coinvolto.
Non c'erano ancora segni che questo sarebbe successo, ma era convinzione comune che era solo questione di tempo. Faye Goddard è quando si dice, non è facile da spiegare. Restare nella sua orbita ti faceva sentire Dora Maar con Picasso, Lilja Brik con Majakovskij. Ti faceva sentire parte delle storie che studi e che ti piace ascoltare.
Fumava e beveva così tanto che si sarebbe potuto credere che si volesse male, la verità è che certe persone hanno il dono dell'insaziabilità. Sapeva innamorarsi perdutamente molto in fretta e disamorarsi con altrettanta spiazzante rapidità, voleva essere ovunque e fare cose che mai gli avevi visto fare, ma nonostante i suoi tempi stellari, non potrai mai dire che Faye Goddard sia già morta quando la vedi. 


Su Faye.

In ufficio: i passi e le voci sono canti carcerari.
"Ho combattuto la legge, la legge ha vinto." 

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