Come Einstein con la relatività
Diverse
volte la sua vita aveva avuto a che fare con i vermi, come quando da piccolo
insisteva che come il cane anche lui li aveva nella pancia, che aveva mangiato
qualcosa di guasto e gli si erano moltiplicati nello stomaco. Oppure come
quella volta che era entrato di notte in un negozio di articoli di caccia e
pesca e non si era accorto che il negozio stava sbaraccando, così non ci aveva trovato altro da rubare se non
sei chili di esche vive. Poi venne da me perché lo aiutassi a piazzarle. Era
convinto che ci si potesse ricavare, vendendoli a metà prezzo, di notte sul
lungo fiume, ma non sapeva che bisognava metterle nel frigorifero e divennero
mosche prim’ancora di dividerle in sacchetti da cento grammi, come aveva visto
fare agli spacciatori alla tv. Alla fine divenne famoso come Verme, se dicevi
Mario nessuno capiva, ma se dicevi Verme allora era diverso. I tossici sono
come i tassisti: ingannano le attese raccontandosi storie, non importa che
siano idiozie, importa farsi una risata e non pensarci. Un’altra delle sue
cazzate era che la religione cristiana è basata sull’incesto. “Maria è la donna
di Gesù” diceva, e più gli dicevi che era una scemenza più lui si convinceva
che era logico e che il limite stava nel linguaggio, come Einstein con la
relatività. Diceva anche che dopo dieci anni di eroina era come la groviera e
gli unici buchi che non si era fatto da solo li aveva sulla faccia, sul cazzo e
il buco del culo. Questo era vero. Alla fine smise di farsi e diventò buddista,
o forse prima si convertì e poi smise, non è importante, importava solo che non
fosse più carne da cannone in una guerra incomprensibile. Se gli chiedevi com’è
che non ti fai? Lui diceva solo: “sono stanco di farmi prendere in giro dai preti.”
Faye Goddard.
Il niente.
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