martedì 24 gennaio 2012

Come Einstein con la relatività









Diverse volte la sua vita aveva avuto a che fare con i vermi, come quando da piccolo insisteva che come il cane anche lui li aveva nella pancia, che aveva mangiato qualcosa di guasto e gli si erano moltiplicati nello stomaco. Oppure come quella volta che era entrato di notte in un negozio di articoli di caccia e pesca e non si era accorto che il negozio stava sbaraccando, così  non ci aveva trovato altro da rubare se non sei chili di esche vive. Poi venne da me perché lo aiutassi a piazzarle. Era convinto che ci si potesse ricavare, vendendoli a metà prezzo, di notte sul lungo fiume, ma non sapeva che bisognava metterle nel frigorifero e divennero mosche prim’ancora di dividerle in sacchetti da cento grammi, come aveva visto fare agli spacciatori alla tv. Alla fine divenne famoso come Verme, se dicevi Mario nessuno capiva, ma se dicevi Verme allora era diverso. I tossici sono come i tassisti: ingannano le attese raccontandosi storie, non importa che siano idiozie, importa farsi una risata e non pensarci. Un’altra delle sue cazzate era che la religione cristiana è basata sull’incesto. “Maria è la donna di Gesù” diceva, e più gli dicevi che era una scemenza più lui si convinceva che era logico e che il limite stava nel linguaggio, come Einstein con la relatività. Diceva anche che dopo dieci anni di eroina era come la groviera e gli unici buchi che non si era fatto da solo li aveva sulla faccia, sul cazzo e il buco del culo. Questo era vero. Alla fine smise di farsi e diventò buddista, o forse prima si convertì e poi smise, non è importante, importava solo che non fosse più carne da cannone in una guerra incomprensibile. Se gli chiedevi com’è che non ti fai? Lui diceva solo: “sono stanco di farmi prendere in giro dai preti.”

 Faye Goddard.


Il niente.

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