sabato 28 gennaio 2012

Trasmigrazioni e incomprensioni.

 Non mi dirai mai il tuo segreto, pensai, mentre tutta la pioggia di Gennaio  faceva la corsa sulla finestra. La pioggia radioattiva filtrata dai reattori nucleari.
L’asfalto si vestiva di pozzanghere all’uranio, costeggiando orizzonti termoelettrici.
"Se mi vuoi davvero, se mi desideri così tanto come dici, allora non rendere la mia vita bidimensionale.
Resta."
Le tue detonazioni sono conati d’immaginazione, scompari per poi tornare, forse, con una veste nuova, un corpo diverso.
“Potrei non riconoscerti, o non voler accettare che sei tu” dissi una notte che ancora l'avevo vicino. Faye vedeva metà della sua faccia illuminata talvolta dal passaggio delle sirene della polizia. Nella soffitta in cui ci rifuggiammo sembravamo al sicuro, ma per esserne certi di notte stavamo sempre con le luci spente. “Potresti non piacermi, lo capisci?”
Faye rise delle mie perplessità, aveva perso il conto dell’ultima volta che un uomo gli aveva detto le stesse cose.
Da quando aveva scoperto il segreto, il modo di viaggiare nello spazio reincarnandosi di volta in volta in corpi differenti, con vite differenti, non aveva fatto altro che spostarsi, continuamente.
Non gli era più riuscito di restare nello stesso posto e nello stesso corpo per più di un anno, un mese, addirittura, certe volte.
L'avevo pregata tante volte di rivelarmi il suo segreto, il modo di passare di vita in vita e non morire mai sul serio, ma Faye si era sempre rifiutata.
“Lascia perdere” diceva “non riusciresti più a vivere una sola vita, finiresti col vagare senza sosta, non saresti mai più semplicemente felice o triste, perché non ti riuscirebbe più di sopportare, attendere che le cose cambino, sarai sempre tu a cambiare, senza più saper aspettare.”
Non vedevo nella sua condizione una condanna, tanto più che puoi in ogni caso scegliere di restare.
"Non sempre avere una scelta ti arricchisce" disse lei.
Diceva che una vita tutta intera è un viaggio nel tempo più che accettabile, più che onorevole.
Eppure ogni volta avviata la sua personale ciclicità, di lei non restava che movimento di particelle.


Su Faye Goddard.

The man who sold the world. David Bowie.

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