giovedì 26 gennaio 2012

Il migliore degli anni 20. Le utopie di Galeano. Il freddo e le malinconie.

Non avrei voluto riempire anche questa casa di libri
avrei voluto mantenere lo spazio vuoto
per essere più leggero nei passaggi
ma pagine è quello che respiro
è quello che afferro tutte le volte che allungo la mano
quello che faccio cadere
che siede sulle mie sedie
"apriprò una libreria il giorno che mollerò questa cosa dello scrivere
come passivo e attivo
per restare comunque in contatto con quello che mi piace" dissi
ma sapeva troppo di ammutinamento già mentro lo dicevo
così mi persuasi ancora
che sarebbe stato tutto o niente
che sarebbe stato tutto
che non sarei stato uno scrittore
ma il migliore
il migliore degli anni venti
altrimenti tanto vale lasciar perdere
ho solo i miei sogni per farmi piacere il mio lavoro dimmerda
ho solo i miei sogni per avere ancora la forza di pigiare i tasti
per uscire la sera
e innamorarmi ancora della prima sconosciuta incontrata per caso
per farmi piacere così tanto questa vita
che fa di tutto per farsi odiare
complicata come una formula
come una cellula e le utopie di Galeano
e tutti i miei processi all'intenzione
i tuoi vorrei ma non posso
i devo pensare ai miei che invecchiano
e tiriamoci via insieme dalla malinconia
che questo inverno del dodici pareva proprio una guerra fredda
non ci rinunciare ti dico
se non ce la facciamo adesso credimi
non ci sarà più spazio
e resteremo a prendere freddo nei nostri
chissà come sarebbe stato se...

Faye Goddard.

Piromani. Le luci della centrale elettrica.

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