martedì 24 gennaio 2012

Avere trent'anni oggi.

Il treno che singhiozzava di notte, lungo i binari che luccicavano per la brina
e quando scoprii nel passo del clandestino il mio stesso passo
mi sentii veramente sola e veramente sfinita.
Le luci elettriche, gli sguardi al neon
e tutta la clandestinità dei senza fissa dimora
tutti che ci vogliono ospitare e nessuno che ci può trattenere.
Andare in inter rail lontani dall'euro e scoprire che comunque le sigarette costavano troppe rupìe
lasciare il lavoro senza niente da perdere
come quando mi spremevo le meningi, fresca di laurea, per tramutare Dublino Nord
in una megalopoli piena di opportunità.
La giovinezza che ci illudeva di avere solo bisogno di slanci adatti
negli anni in cui ci spiegavano la crisi sulla busta paga
sperando di non ritrovarci veramente glamour nelle pareti a specchio
smunti come le schiave di Vogue
con i piatti in mano a fare le cavie per la Fao
ricordandoci di quel passato
che come in un paese straniero
le cose si facevano in un altro modo
forse lo zero non era solo negli anni
stipati in macchina
dividendo tutto
e non pensarci, se non per ridere
almeno stasera
abbiamo la forza necessaria per trasformare questa città in un'altra cazzo di città.

Faye Goddard.

Rumori del treno. devo comprarmi un ipod.

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