mercoledì 4 gennaio 2012

Roulette Rouge.

Quando si comincia non è mai detto che si finisca.
Restare, “non so se potrò tornare” disse, mentre lei lo osservava sbiadire.
Parlò secco come fogli di balsa che si spaccano all’improvviso, pezzi al vento.
“Non so se potrò tornare
“se mi sarà concesso.”
In questa sua vita Faye si era convinta che l’amava.
Adesso andava, con la salsedine negli occhi, l’inverno che incalzava, sembrava un gioco, ma non lo era. Sarebbe stato stupido qualora lo fosse stato.
Le onde sbavavano sugli scogli, il vento le lanciava come su l’altalena.
Non c’era nessuno intorno che potesse vedere, non un testimone, oltre me e Faye.
Mi fidavo di lei e se Faye non si mosse per fermarlo io stesso rimasi immobile.
Ci sono volte che sono dagherrotipi che poi potrai deformare nella mente,
che non ti faranno dormire.
Fece quattro passi verso l’acqua, lei stette a guardare.
Tirò fuori la pistola, era piccola che spariva tra le dita,
una pistola da un colpo solo, che non deve fallire.
Nemmeno volle pensarci un secondo, l’appoggiò ai capelli e la sua anima prese fuoco.

Faye Goddard.

Un Annèe Sans Lumière. The Arcade Fire.

Nessun commento:

Posta un commento