Certe vite, quando si
spezzano, non sono roccia o acciaio, ma come Maggio non fanno rumore quando
succede. Voi forse non ve lo ricordate, ma io Lester me lo ricordo, era un
disastro, sul serio, ma rimanemmo amici anche quando, verso la fine, diventò
come quelli cui devi dare una guerra da combattere se vuoi che respirino. Per vivere faceva il critico musicale, oggi
le sue recensioni sono state raccolte in grossi volumi e non sono più
considerate semplici pezzi per fanzine. Non c’era cosa che tu potessi pensare o
dire che lui non avesse già pensato e scritto meglio di te, ti veniva voglia di
attaccarti i fogli al collo come un Sambernardo, per citarlo e risultare
altrettanto brillante. Gli è sempre dispiaciuto non guadagnarsi il rispetto
come musicista. Sarebbe stato meglio mentire dicendogli che non sapeva
scrivere, piuttosto che dirgli la verità col fatto che come cantante non valeva
una vacca indiana, lo avresti ferito. Parte del problema era la consapevolezza,
molto dell’incanto svanisce quando conosci bene gli ingranaggi. Il suo eroe era
Lou Reed. Stessa cosa Peter Laughner, che più tardi fondò i Pere Ubu, prima di esserne buttato fuori. Lui di Lou Reed ci era morto. Si disse
pancreatine, ma noi sapevamo che era per Lou tanto quanto la diagnosi di Elvis
era stata PANINO. Volevano tutti essere Lou Reed, ma tutti si sono fatti male,
tranne Lou. Quando a Lester toccò intervistarlo si ubriacò che non riusciva a
stare in piedi. “Com’è Lou?” gli dissi, “una testa di cazzo, UNA GRANDISSIMA
TESTA DI CAZZO!”
In ogni caso la sua onestà
non gli impedì di cambiare idea su Metal Machine Music. Aveva trentaquattro
anni quando morì, era pieno di Darvon ,Valium e alcool. Sono sicuro che non
intendeva uccidersi, anche se non era gran che felice negli ultimi tempi. Ci
sono degli anelli spezzati in ogni generazione, la mia, quella prima, la
vostra, il mio si chiama Lester Bangs.
Faye Goddard.
(Biografia in 30 righe di uno dei miei miti di sempre. Lester Bangs.)
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